L’immensità

Valutazione
Complesso, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Amore-Sentimenti, Bambini, Chiesa Cattolica, Dialogo, Donna, Educazione, Famiglia, Famiglia - fratelli sorelle, Famiglia - genitori figli, Mass-media, Matrimonio - coppia, Media, Metafore del nostro tempo, Musica, Politica-Società, Scuola, Sessualità, Violenza
Genere
Biografico, Drammatico, Storico
Regia
Emanuele Crialese
Durata
94'
Anno di uscita
2022
Nazionalità
Francia, Italia
Titolo Originale
L'immensità
Distribuzione
Warner Bros Pictures
Soggetto e Sceneggiatura
Emanuele Crialese, Francesca Manieri, Vittorio Moroni
Fotografia
Gergely Pohárnok
Musiche
Rauelsson
Montaggio
Clelio Benevento
Produzione
Mario Gianani, Lorenzo Gangarossa, Dimitri Rassam, Ardavan Safaee, Olivia Sleiter. Casa di produzione: Wildside - Gruppo Fremantle, Warner Bros. Entertainment Italia, Chapter 2, Pathé, France 3 Cinema, Canal+, Ciné+, France Televisions

In Concorso alla 79a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia

Interpreti e ruoli

Penelope Cruz (Clara), Vincenzo Amato (Felice), Luana Giuliani (Adriana, Adri), Patrizio Francioni (Gino), Maria Chiara Goretti (Diana), Penelope Nieto Conti (Sara), Alvia Reale (Nonna), India Santella (Maria), Mariangela Granelli (Dottoressa), Carlo Gallo (Alberto)

Soggetto

Roma anni ’70, Adriana, Adri in casa, è una dodicenne che si ribella al proprio corpo e sogna di essere un maschio, di chiamarsi Andrea. In famiglia il padre manifesta insofferenze, aperta opposizione; accanto ad Adriana, però, oltre ai due fratelli più piccoli, c’è la madre Clara, una donna luminosa, che avvolge di tenerezze i figli nonostante viva una bruciante solitudine e depressione in un matrimonio ormai rotto e spesso con scivolate violente. Adriana e Clara cercano di salvarsi a vicenda…

Valutazione Pastorale

“L’Immensità è il film che inseguo da sempre: è sempre stato ‘il mio prossimo film’, ma ogni volta lasciava il posto a un’altra storia, come se non mi sentissi mai abbastanza pronto, maturo, sicuro”. Così il regista romano Emanuele Crialese presenta il suo ultimo progetto, “L’immensità”, il più personale, uno dei cinque film italiani in Concorso alla 79a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia (2022). Dopo i successi di “Respiro” (2002), “Nuovomondo” (2006) e “Terraferma” (2011), tutti incentrati su tematiche familiari e sociali, in particolare sui processi migratori, Crialese affronta ora la sua “migrazione” esistenziale: la transizione da donna a uomo. Lo fa componendo un racconto biografico con le dovute libertà narrative, un copione firmato insieme agli sceneggiatori Francesca Manieri e Vittorio Moroni. La storia. Roma anni ’70, Adriana, Adri in casa (Luana Giuliani), è una dodicenne che si ribella al proprio corpo e sogna di essere un maschio, di chiamarsi Andrea. In famiglia il padre (Vincenzo Amato) manifesta insofferenze, aperta opposizione; accanto ad Adriana, però, oltre ai due fratelli più piccoli, c’è la madre Clara (Penélope Cruz), una donna luminosa, che avvolge di tenerezze i figli nonostante viva una bruciante solitudine e depressione in un matrimonio ormai rotto e spesso con scivolate violente. Adriana e Clara cercano di salvarsi a vicenda… Con “L’immensità” Crialese mette in racconto se stesso e la propria famiglia, allargando il campo dello sguardo anche all’Italia degli anni ’70, quella che irrompe con brio dallo schermo del televisore: le performance Rai di Raffaella Carrà (più volte evocata nel film, persino nel taglio di capelli della Cruz), Adriano Celentano – il loro trascinante duetto in “Prisencolinensinainciusol” –, come pure quelle di Mina, Patty Pravo e Don Backy. In particolare, il film si concentra sul legame madre-figlia, su due solitudini che viaggiano come rette parallele esplorando la sofferenza, il rifiuto, la salvezza. “L’immensità” è senza dubbio un’opera densa, complessa, governata però con grande attenzione e pulizia visiva; la regia di Crialese si conferma infatti marcata da compostezza e da lampi di poesia. Il film, però, forse risente di un eccesso di controllo, al punto da arrestarne il crescente pathos. Penélope Cruz, sempre inappuntabile, irradia nell’opera una luce speciale, un’aura materna dolce ed comprensiva. “L’immensità” è un film complesso, problematico, per dibattiti.

Utilizzazione

Adatto per la programmazione ordinaria, la visione del film è indicata in presenza di un adulto o di un educatore capace di favorire un approfondimento dei temi in campo e del contesto storico di riferimento.

Le altre valutazioni

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