L’IMPORTANZA DI CHIAMARSI ERNEST

Valutazione
Accettabile, brillante*
Tematica
Avidità, Denaro, Matrimonio - coppia, Politica-Società, Teatro
Genere
Commedia
Regia
Oliver Parker
Durata
97'
Anno di uscita
2003
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
The importance of being Earnest
Distribuzione
Medusa Film
Soggetto e Sceneggiatura
Oliver Parker tratto dalla commedia omonima di Oscar Wilde
Musiche
Charlie Mole
Montaggio
Guy Bensley

Orig.: Stati Uniti (2002) - Sogg.: tratto dalla commedia omonima di Oscar Wilde - Scenegg.: Oliver Parker - Fotogr.(Scope/a colori): Tony Pierce Roberts - Mus.: Charlie Mole - Montagg.: Guy Bensley - Dur.: 97' - Produz.: Barnaby Thompson.

Interpreti e ruoli

Rupert Everett (Algy Moncrieff), Colin Firth (Jack Worthing), Frances O'Connor (Guendoline), Reese Witherspoon (Cecily), Judy Dench (lady Augusta Brackwell), Anna Massey (miss Prism), Edward Fox (Lone)

Soggetto

A Londra, sul finire del 1800. Innamorato della nobile Gwendoline, Jack Worthing finge di chiamarsi Ernesto, nome che la ragazza dichiara di adorare. Quando Jack chiede e Gwendoline di sposarla, interviene prontamente lady Augusta, che reclama la necessità di un accurato interrogatorio del giovane. L'esame va male e il matrimonio é per il momento sospeso. In compagnia del fido Algy Moncrieff, Jack si rifugia nella residenza di campagna. Qui Algy è colpito dalla presenza della giovanissima ereditiera Cecily, protetta di Jack, di cui subito si innamora. Per fare colpo su di lei, ,le dichiara a sua volta di chiamarsi Ernesto. Così Gwendoline e Cecily pensano di essere corteggiate dallo stesso uomo e, quando parlano tra loro, finiscono per litigare aspramente. Mentre da Londra arrivano i creditori che esigono da Algy il pagamento delle spese non saldate al Savoy (e Jack provvede per lui), dopo una girandola di equivoci e di incomprensioni, la matassa viene sbrogliata, e si scopre che Jack e Algy sono addirittura fratelli. Finalmente le coppie possono ricongiungersi con tranquillità.

Valutazione Pastorale

Andata in scena a Londra nel 1889, poco prima che l'autore venisse imprigionato con l'accusa di oscenità, questa commedia di Oscar Wilde é, da allora, uno dei testi più esemplari in grado di restituirci l'atmosfera di un mondo e di una società. L'Inghilterra vittoriana di fine Ottocento é raccontata e scandagliata da Wilde con precisione millimetrica, attraverso il meccanismo vecchio e sempre nuovo degli equivoci, delle incomprensioni, delle rivelazioni. Il contesto, e le figure che vi si muovono, rappresentano gli esatti prototipi di una scala sociale antica e tuttavia mai passata di moda. Senza procedere a cambiamenti di ambienti o di atmosfere, la rilettura del testo riesce così ad uscire dai contorni di quegli anni per proporsi intatta e fresca ai giorni nostri. Non forzata attualizzazione ma satira sull'amore di facciata, sugli obblighi imposti dai ruoli, su un demi-monde fatuo e inconcludente. E sul fronte opposto affermazione convinta sulla necessità di sentimenti autentici che alla fine vincono l'ipocrisia. Testo sempre vivace, realizzazione godibile e divertente. Dal punto di vista pastorale, il film, che pone in primo piano l'esigenza di sincerità e comprensione reciproca, é da valutare come accettabile, e senz'altro brillante. UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e da recuperare sia come spettacolo di buon livello professionale, sia nell'ambito dei rapporti cinema/teatro, o cinema/Oscar Wilde (molti altri i titoli tratti dalle sue opere).

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