
Orig.: Italia (1989) -Sogg.: Franco Brusati - Scenegg.: Leo Benvenuti, Franco Brusati, Piero De Bernardi - Fotogr. (panoramica/a colori): Romano Albani - Mus.: Stefano Marcucci - Montagg.: Gianfranco Amicucci - Dur.: 102' - Produz.: Ellepi Film Dania Film, Surf Film, Reteitalia.
Interpreti e ruoli
Vittorio Gassman (Luca), Giancarlo Giannini (Riccardo), Andrea Ferreol (Teresa), Simona Cavallari (Maria), Stefania Sandrelli (Isabella), Beatrice Palpie, Kim Rossi Stuart, Davio Maushell, Paco Reconti, Clelia Rondinella
Soggetto
Incontratisi dopo moltissimi anni, tra Luca e Riccardo viene a determinarsi una curiosa situazione. Sono praticamente due sconosciuti: il primo, che si autoproclama zio dell'altro e gli cita persone ed ambienti della sua infanzia (ne ha amato anche la madre), è un tipo stravagante, poeta più stimato fuori che in Patria, chiacchierone, insidiatore di ragazzine in cinema di periferia e affittuario di un alloggio miserabile, dove il disordine regna sovrano; Riccardo è uomo relativamente d'ordine, piuttosto fedele alla moglie Teresa, piuttosto affettuoso con i figli, Andrea e Marina, abbastanza agiato e buon lavoratore. Quel presunto congiunto scapestrato gli scombina l'esistenza: Riccardo gli rimette a nuovo la casa (cui lo zio per distrazione dà fuoco) e finisce con il ritrovarsi perfino derubato in casa di un quadretto del '700, per cui Riccardo manda lo zio in galera; ma quello, uscito a suo tempo, ancora lo affascina con i modi spregiudicati e quella sua vita libera e, in fondo, per nulla infelice. Un giorno, dovendo partecipare, a Venezia ad un convegno di affari, il nipote par-te da Milano e porta con sé "zio" Luca. E là sulla spiaggia del Lido, il vecchio muore all'improvviso d'infarto, lasciando all'altro in suo ricordo solo una sciarpa.
Valutazione Pastorale
si oscilla fra il grottesco e il drammatico, tra una alle-gria a tratti farsesca e qualche breve incursione sul piano dei sentimenti. Nuoce al film -una certa "letterarietà" del soggetto (che è di Franco Brusati, ad un tempo regista) che sbanda spesso nel gusto per il colorito, e nel troppo colorato. Da qui le forzature e certi dettagli, più inutili che marginali. Troppo piatto il personaggio del nipote, sbigottito e come soverchiato da quel suo parente cialtronesco, di dubbi costumi e dilatato in permanenza su piani debordati. Il tutto punta sulla interpretazione di Vittorio Gassman che, tra ammicchi, sberleffi e sghignazzamenti e con quella sua aria grifagna, ha qui trovato la possibilità di evidenziarsi.