L’Ombra di Caravaggio

Valutazione
Complesso, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Arte, Chiesa Cattolica, Dolore, Donna, Emarginazione, Giustizia, Libertà, Morte, Politica-Società, Potere, Sessualità, Storia, Tematiche religiose
Genere
Biografico, Drammatico, Storico
Regia
Michele Placido
Durata
120'
Anno di uscita
2022
Nazionalità
Francia, Italia
Titolo Originale
L’Ombra di Caravaggio
Distribuzione
01 Distribution
Soggetto e Sceneggiatura
Sandro Petraglia, Michele Placido, Fidel Signorile
Fotografia
Michele D’Attanasio
Musiche
Umberto Iervolino, Federica Luna Vincenti
Montaggio
Consuelo Catucci
Produzione
Prodotto da Federica Luna Vincenti, Rita Rognoni, Vincenzo Bonomo, Antoine De Clermont-Tonnerre, Jean Labadie, Anne-Laure Labadie. Casa di produzione: Goldenart Production, Rai Cinema, Charlot, Mact Productions, Le Pacte

Presentato alla 17a Festa del Cinema di Roma (2022)

Interpreti e ruoli

Riccardo Scamarcio (Michelangelo Merisi, Caravaggio), Louis Garrel (L'Ombra), Isabelle Huppert (Costanza Colonna), Michele Placido (Cardinale Del Monte), Micaela Ramazzotti (Lena Antonietti), Vinicio Marchioni (Giovanni Baglione), Maurizio Donadoni (Papa Paolo V), Moni Ovadia (Filippo Neri), Brenno Placido (Ranuccio Tomassoni)

Soggetto

Inizio ‘600, Michelangelo Merisi è rifugiato a Napoli, inseguito dall’accusa di omicidio. A proteggerlo è come sempre la nobildonna Costanza Colonna, che cerca di ottenere per lui la grazia. Papa Paolo V chiama un emissario fidato, detto l’Ombra, affinché indaghi sull'artista...

Valutazione Pastorale

17a Festa del Cinema di Roma (2022), Michele Placido ha presentato “L’Ombra di Caravaggio”, viaggio nelle pieghe della Storia e della biografia del pittore Michelangelo Merisi, giocato nel chiaroscuro, nei rapporti oppositivi verità-arte, morale-società, potere-povertà. Hanno sempre suscitato grande fascino, tra cinema e Tv, la vita e l’arte di Michelangelo Merisi, meglio noto come Caravaggio, pittore vissuto tra la fine del ‘500 e i primi anni del ‘600, che ha rivoluzionato l’arte pittorica con il suo sguardo e la sua vis cromatica. Nelle produzioni degli ultimi anni si ricordano il documentario di Sky “Caravaggio. L’anima e il sangue” (2018) di Jesus Garces Lambert e la miniserie Rai “Caravaggio” (2008) di Angelo Longoni con Alessio Boni, dove assume un ruolo di primo piano la fotografica del tre volte Premio Oscar Vittorio Storaro. “L’Ombra di Caravaggio”, l’ultima fatica dell’attore, sceneggiatore e regista Michele Placido (al suo 14° film dietro la macchina da presa), è una coproduzione internazionale targata Italia-Francia. L’opera ci accompagna alla scoperta del pittore tra luci e ombre, tra passioni brucianti, carnali, e suggestioni di straordinaria poesia, giocate tra sublime e Mistero. La storia. Primi del ‘600. Michelangelo Merisi (Riccardo Scamarcio) è rifugiato a Napoli, inseguito dall’accusa di omicidio. A proteggerlo è come sempre la nobildonna Costanza Colonna (Isabelle Huppert), che cerca di ottenere per lui la grazia intercedendo con papa Paolo V (Maurizio Donadoni). A sostenere la causa del Merisi è anche il cardinale Del Monte (Michele Placido), grande appassionato d’arte e suo mecenate. Il Papa chiama un emissario fidato, detto l’Ombra (Louis Garrel), affinché indaghi nella storia di Caravaggio, tra vita e produzione artistica, mettendo a fuoco i fatti che lo vedono legato all’omicidio di Ranuccio (Benno Placido). Così sottolinea Michele Placido: il film “immagina Caravaggio come un artista pop, che vive la vita vorticosa che vivrebbe oggi a New York o a Londra. E per questo è venuto a Roma: il centro del mondo, un universo di immigrati, prostitute, preti, pellegrini, cardinali, principi e malviventi. Un pianeta di grandi ricchezze e grandissime povertà, poteri forti e immense servitù, denaro a fiumi nei palazzi e un popolo che muore di fame nei vicoli”. L’autore ci presenta un Caravaggio travolgente e passionale, nelle sue creazioni come pure nei suoi legami. Non c’è via di mezzo, la ricerca del sublime in ogni direzione. Michelangelo Merisi è inviso alla Chiesa di Paolo V, perché lussurioso e poco incline alle regole, alla morale; un artista eccelso che va cercando ispirazione ovunque e con chiunque, e per questo un problema. Non poco ingombrante. Va detto anzitutto che a funzionare nel film “L’Ombra di Caravaggio” è proprio la regia di Placido, corroborata dalla fotografia di Michele D’Attanasio: un lirismo che sconfina nel grottesco, un tratteggiare con grande efficacia la Roma del tempo, dipingendola della gamma cromatica cara al Merisi, dalle pennellate più fosche agli abbagli di luce deflagranti. Una vertigine poetica per lo sguardo. Altro punto di forza del racconto, sono le interpretazioni di Riccardo Scamarcio, che veste i panni di un Caravaggio arruffato, caotico e viscerale, quella di Louis Garrel, austero e dolente, nel ruolo dell’accusatore pontificio, dell’Ombra. Mai scontata e banale è anche Isabelle Huppert, nobildonna che fa da mecenate e da amante dell’artista. Infine, Placido si ritaglia un ruolo puntuale, efficace, ovvero il cardinale Del Monte, lungimirante e incline a vizi terreni. Nell’insieme, l’opera affascina e convince, soprattutto per la messa in scena visiva. A livello narrativo il ruolo di opponente è chiaramente intestato alla Chiesa, baluardo della moralità, di cui però si evidenziano delle crepe, delle incoerenze. Una soluzione, a ben vedere, non del tutto originale, che sposta l’asse del racconto in chiave purtroppo schematica, bianco-nero. “L’Ombra di Caravaggio” coinvolge e un poco sconvolge, sulla corda delle emozioni forti, quelle inseguite dallo stesso Merisi: “Amor vincit omnia”. Complesso, problematico, per dibattiti.

Utilizzazione

Adatto per la programmazione ordinaria, il film è indicato per un pubblico adulto e per adolescenti accompagnati, per i temi e il linguaggio in campo.

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