
Interpreti e ruoli
Daniele Parisi (Guido), Silvia D'Amico (Chiara), Anna Bellato (Lucia), Thony (Roberta), Sergio Pierattini (Alberto), Milvia Marigliano (Gioietta), Daniele Natali (Dario), Guglielmo Favilla (Pietro)
Soggetto
Il pensiero che Chiara, sua attuale compagna, possa essere incinta, spaventa a tal punto Guido da spingerlo a interrompere i rapporti con lei. Incerto sulla decisione da prendere, Guido va via di casa e comincia a farsi ospitare ora dagli amici ora dai genitori…
Valutazione Pastorale
“Nascendo questa storia da un desiderio di paternità non corrisposto dalla sua compagna, mi sembrava interessante andare ad osservare le conseguenze di questo mancato passaggio all’età adulta anche osservando la vita di Guido nelle sua dimensione di figlio di due genitori che stanno lentamente ma inesorabilmente invecchiando (…)” Così in un passaggio delle iniziali note di regia si esprime Duccio Chiarini, fiorentino classe 1977, già autore di un primo lungometraggio di finzione “Short Skin”, presentato al Festival di Venezia 2014 e premiato con una menzione speciale. Guido quindi porta su di sé il carico di tutta quella generazione giovanile che attraversa la fine della giovinezza e va verso la piena maturità senza sapere quali compiti lo aspettano né a quali doveri deve corrispondere. Età ingrata, la si potrebbe definire, dove i dubbi sono di gran lunga più numerosi delle certezze, dove non sapere che atteggiamento assumere appare talvolta come l’unica soluzione possibile. Così Guido resta solo, con il divano messo fuori di casa come unico baluardo di difesa. Radiografia scarna, succinta, così essenziale da trasmette brividi di dolore (il pianto della mamma di Guido come la paura per un futuro incerto di solitudine. Chiarini riesce bene a trasmettere questa tensione per il vuoto esistenziale che accompagna esistenze di questo tipo. E il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasione come sguardo disincantato sui traguardi mancati e sulle colpe, in termini di certezze e di sicurezze, di una generazione che ha disperso tutto il patrimonio ereditato dai genitori.