MA CHE COLPA ABBIAMO NOI

Valutazione
Discutibile, Problematico
Tematica
Amicizia, Matrimonio - coppia, Psicologia
Genere
Commedia
Regia
Carlo Verdone
Durata
116'
Anno di uscita
2003
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
Ma che colpa abbiamo noi
Distribuzione
Warner Bros Italia
Musiche
Lele Marchitelli
Montaggio
Claudio Di Mauro

Orig.: Italia (2002) - Sogg. e scenegg.: Piero De Bernardi, Pasquale Plastino, Fiamma Satta, Carlo Verdone - Fotogr.(Panoramica/a colori): Danilo Desideri - Mus.: Lele Marchitelli - Montagg.: Claudio Di Mauro - Dur.: 116' - Produz.: Virginia in collaborazione con Warner Bros Italia.

Interpreti e ruoli

Carlo Verdone (Gegé), Margherita Buy (Flavia), Anita Caprioli (Chiara), Stefano Pesce (Marco), Antonio Catania (Ernesto), Lucia Sardo (Gabriella), Max Amato (Luca), Raquel Sueiro (Daria), Luciano Gubinelli (Alfredo), Sergio Graziani (Camillo), Remo Remotti (maggiordomo)

Soggetto

A Roma oggi otto personaggi (Gegé,Luca, Gabriella, Chiara, Ernesto, Alfredo, Marco, Flavia) si ritrovano come ogni settimana per la terapia di gruppo nello studio dell'anziana dottoressa Lojacono. Occupati a raccontare se stessi, non si accorgono che la psicanalista muore sotto i loro occhi. Nessuno sa come reagire. Gegé, 50enne, è alle prese con un padre autoritario e ha una giovane amante con la quale non si sente a proprio agio; Luca, omosessuale, non riesce a tagliare i legami che lo tengono stretto ad un uomo sposato con figli; Gabriella, focosa signora matura, ha il terrore di invecchiare e di restare più sola di quanto sia ora; Chiara, universitaria, cerca cibo e una bella storia d'amore; Ernesto é sposato, ama la moglie ma lei, dopo un tradimento, l'ha cacciato di casa e ora lui passa la notte sui treni; Alfredo, orchestrale molto devoto, a 40 anni vive ancora con la madre; Marco é un 30enne silenzioso e innamorato; Flavia é professoressa, vive sola e a 35 anni non ha trovato l'uomo giusto e manda avanti la storia con un uomo sposato che la tratta con distrazione. Alla morte della psicanalista, gli otto decidono di continuare da soli le sedute di terapia. Solo Alfredo si tira indietro. L'autogestione si rivela un fallimento, e il gruppo decide di sciogliersi. Il suicidio improvviso di Alfredo li fa incontrare di nuovo. Dopo il funerale, decidono di passare il weekend insieme in un agriturismo. I due giorni in campagna diventano importanti e decisivi per molti di loro. Arriva la moglie di Ernesto e i due ora vanno via insieme, riconciliati; Flavia ha una relazione occasionale con un uomo di passaggio poi riesce a lasciare il suo inutile amante; Gegé finalmente si ribella al padre, lo caccia dall'azienda e trova il coraggio per salire sull'aereo e andare in Argentina dal figlio finora trascurato.

Valutazione Pastorale

Aveva accusato qualche pausa Carlo Verdone con gli ultimi due titoli "Gallo cedrone" (1998) e "C'era un cinese in coma" (2000). Allora ha avvertito l'esigenza di non essere più al centro della storia (autore/protagonista/regista) ma di mettersi in gioco in una cornice più ampia. "Sentivo -dice- che il tema dell'analisi di gruppo poteva essere un ottimo comune denominatore per raccontare e sviluppare non solo un film corale ma tanti episodi relativi alla vita di ciascuno degli otto componenti". L'analisi delle nevrosi contemporanee é condotta secondo quei percorsi che la commedia italiana del periodo d'oro ha segnato in modo definitivo: ci si muove cioé tra ironia e cinismo, ipocrisia e verità, amarezza e ottomismo nell'alternanza agrodolce tra comico e drammatico. Cinquantenne, da sempre collocato sullo spartiacque generazionale tra il cinema italiano dei grandi successi e quello della profonda crisi, Verdone fa sforzi notevoli per assumere il ruolo dell'osservatore disincantato di vizi e virtù nazionali. In più momenti ci riesce, perchè il copione é godibile e pone in modo pertinente l'attenzione su certe fragilità e sui sensi di colpa che rendono incerta la nostra vita quotidiana. In altri passaggi il racconto si disperde, é o fuori misura (perchè il suicidio di Alfredo?) o troppo stereotipato ( la 'ribellione' di Gegè al padre). Ne deriva che il film si muove sull'alternanza tra momenti convincenti e altri irrisolti, un po' affrettati e, dal punto di vista pastorale, è da valutare come discutibile,e comunque problematico.

Utilizzazione

Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, e recuperato come ritratto, sia pure non sempre riuscito, di tipologie italiane all'inizio del Terzo Millennio.

Le altre valutazioni

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