Made in Italy. Una casa per ritrovarsi

Valutazione
Consigliabile, poetico, Adatto per dibattiti
Tematica
Amicizia, Amore-Sentimenti, Arte, Cibo, Dialogo, Dolore, Famiglia, Famiglia - fratelli sorelle, Famiglia - genitori figli, Matrimonio - coppia, Metafore del nostro tempo, Morte, Solidarietà
Genere
Commedia, Drammatico
Regia
James D'Arcy
Durata
94'
Anno di uscita
2021
Nazionalità
Italia, Regno Unito
Titolo Originale
Made in Italy
Distribuzione
Bim Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
James D'Arcy
Fotografia
Mike Eley
Musiche
Alex Belcher
Montaggio
Anthony Boys, Mark Day
Produzione
Pippa Cross, Sam Tipper-Hale, Alessandro Mascheroni, Daniel Campos Pavoncelli, Janette Day, James D'Arcy, Martin Rushton-Turner, Marie Gabrielle Stewart, Peter Watson, Zygi Kamasa, Peter Touche, Anders Erdén, Marco Cohen, Benedetto Habib, Fabrizio Donvito. Casa di produzione: CrossDay Productions Ltd., Indiana Production

Il film è in distribuzione sulla piattaforma Now di Sky

Interpreti e ruoli

Liam Neeson (Robert), Micheál Richardson (Jack), Valeria Bilello (Natalia), Lindsay Duncan (Kate), Marco Quaglia (Luigi)

Soggetto

Jack è un trentenne londinese con un matrimonio al capolinea, che sta cercando disperatamente una somma di denaro per riscattare la quota della galleria d’arte dove lavora. Convince di gran fretta il padre Robert, un ombroso pittore, a saltare in macchina e ad andare in Italia, in Toscana, dove la famiglia possiede un vecchio casale. Intenzionati a vendere la proprietà, padre e figlio devono però fare i conti con il proprio passato...

Valutazione Pastorale

Che bella sorpresa il film “Made in Italy”, scritto e diretto dall’attore inglese James D'Arcy (“Leonardo”, “Homeland”, “Broadchurch”) che porta sullo schermo un duetto padre-figlio, quello tra Liam Neeson e suo figlio Micheál Richardson, un’opera che si rivela molto di più di una commedia a pennellate romance. Sulle prime, infatti, “Made in Italy” sembra richiamare molto – e in effetti un po’ lo fa – quei film stereotipati di matrice inglese o statunitense come “Under the Tuscan Sun” (2003) che raccontano l’Italia da cartolina, tra spaghetti al pomodoro, corse in vespa e tramonti mozzafiato. La storia. Jack (Richardson) è un trentenne londinese con un matrimonio al capolinea, che sta cercando disperatamente una somma di denaro per riscattare la quota della galleria d’arte dove lavora. Convince di gran fretta il padre Robert (Neeson), un ombroso pittore, a saltare in macchina e ad andare in Italia, in Toscana, dove la famiglia possiede un vecchio casale. Non una piccola casa, bensì una tenuta in collina, che però cade in disfacimento, abbandonata dopo la morte prematura della moglie di Robert. Intenzionati a vendere la proprietà, padre e figlio devono però fare i conti con il proprio passato, a cominciare dall’ingombrante silenzio calato tra loro dopo la tragedia. Tralasciando l’ambientazione patinata e quell’atmosfera un po’ mielosa, il film “Made in Italy” dimostra sostanza e valore soprattutto per il rapporto padre-figlio. Nel racconto vediamo due adulti che a stento si parlano, si ascoltano, ma che sottopelle covano un amore e un dolore inespressi. La perdita della moglie-madre li ha atterriti, spinti a chiudersi in se stessi, lasciando che un vuoto bruciante prendesse il sopravvento. Il film ci regala allora un bellissimo percorso di riavvicinamento, un ritrovarsi tra padre e figlio, che sconfina dalla sceneggiatura alla vita reale: Liam Neeson e suo figlio Micheál hanno messo verità nelle loro interpretazioni, segnati nella vita privata della perdita dell’amata moglie-madre Natasha Richardson, figlia di Vanessa Redgrave, scomparsa per un incidente nel 2009. Il film si sovraccarica, dunque, dei loro sentimenti, del loro vissuto, imprimendo maggiore pathos e poesia al racconto che, al di là di qualche ingenuità o sbavatura, finisce per convincere pienamente. Un invito a riconciliarsi con la vita. Dal punto di vista pastorale il film “Made in Italy” è da valutare come consigliabile, poetico, adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni di dibattito, capace di valorizzare bene il rapporto-dialogo padre e figlio. Indicato anche per l'anno dedicato a san Giuseppe.

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