MALEDETTO IL GIORNO CHE T’HO INCONTRATO *

Valutazione
Discutibile, scabrosità
Tematica
Musica, Psicologia
Genere
Commedia
Regia
Carlo Verdone
Durata
115'
Anno di uscita
1992
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
MALEDETTO IL GIORNO CHE T'HO INCONTRATO
Distribuzione
Penta Distribuzione
Musiche
Fabio Liberatori
Montaggio
Antonio Siciliano

Sogg. e scenegg.: Carlo Verdone, Francesca Marciano - Fotogr.(panoramica/a colori): Danilo Desideri - Mus.: Fabio Liberatori - Montagg.: Antonio Siciliano - Dur.: 115' - Produz.: Cecchi Gori Group Tiger, Penta Film.

Interpreti e ruoli

Carlo Verdone Margherita Buy (Bernardo Arbusti), Elisabetta Pozzi (Camilla), Giancarlo Dettori (Adriana), Alexis Meneloff (Attilio De Sorges), Stefania Casini (Ludwig Altieri), Renato Pareti, Didi Perego, Valeria Sabel, Ermanno De Biagi.

Soggetto

Bernardo Arbusti, romano d'origine residente a Milano, fa il critico rock, ed è alla ricerca di notizie su Jimmi Hendrix, di cui dovrebbe stendere la biografia. L'affanno della ricerca gli fa trascurare la fidanzata Adriana che se ne va, lasciandolo alle sue nevrosi. Affidatosi alle cure dello psicanalista Ludwig Altieri, Bernardo s'imbatte, proprio nel pianerottolo del medico, nella giovane Camilla, attrice anche lei nevrotica, che durante le riprese incorre in continue papere, costringendo a innumerevoli ripetizioni di ciack. Nasce fra loro una bizzarra solidarietà, fatta di reciproche confidenze sulle proprie nevrosi, sintomi, pillole e terapie. Se non che la loro intesa viene presto resa tempestosa da Bernardo, che non tollera il transfert amoroso di Camilla per Altieri. Ne segue così una lunga separazione fino a quando i due s'incontrano di nuovo casualmente a Londra, in apparenza guariti: lui per completare le sue ricerche su Hendrix, lei ora libera da Altieri, ma infatuata questa volta per Attilio De Sorges, il regista di teatro col quale lavora. La gelosia di De Sorges e l'improvvisa ricomparsa di Adriana danno una svolta definitiva al loro nevrotico rapporto: Bernardo e Camilla hanno scoperto di essere innamorati.

Valutazione Pastorale

Il tema della psicanalisi, come toccasana di qualsiasi difficoltà psicologica, avrebbe potuto offrire a un regista diverso l'occasione per una satira garbata circa il diffondersi del ricorso allo psichiatra ad ogni minima contrarietà che uno incontra. Verdone affronta invece il tema in chiave di commedia, rasentando spesso il farsesco. Un uomo insicuro; una ragazza sventata come diversivo; sedativi a volontà; soste sul lettino dello psicanalista, alternate a sedute autoterapeutiche dei due, volte a infliggersi reciprocamente autentiche torture; litigate furiose, viaggi di lavoro all'estero, incontri e scontri a non finire, e, infine, la ripresa del ménage quotidiano, sempre pieno di imprevisti e di arrabbiature in agguato. Sostanzialmente il pretesto della nevrosi è del tutto strumentale: il regista si limita a costruirci sopra situazioni paradossali, al confine con la caricatura, con punteggiatura fissa di scabrosità e abusi di linguaggio pesante. In alcuni momenti riesce innegabilmente esilarante, ma forse con una misura in più e qualche eccedenza in meno il film ne avrebbe guadagnato.

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