Sogg.: Liberamente ispirato al romanzo "Attesa sul mare" di Francesco Biamonti - Scenegg.: Lorenzo Favella, Ferdinando Vicentini Orgnani - Fotogr.: (Panoramica/a colori) Franco Di Giacomo - Mus.: Franco Piersanti - Montagg.: Jacopo Quadri - Dur.: 89' - Produz.: Filmtre
Interpreti e ruoli
Claudio Amendola (Edoardo), Isabella Ferrari (Clara), Rade Ser- bedzija (François), Liberto Rabal (Mauel), Catherine Wilkening (Annik), Andreja Blagojevic (Visnja), Francesco Carnelutti (Giovanni), Giovanni Visentin, Franco Trevisi, Paolo De Vita, Lello Giulivo, Tonino Taiuti, Giu- ditta Del Vecchio, Federico Pacifici, Josif Tatic.
Soggetto
Nel 1994 Edoardo, capitano di lungo corso, torna, dopo mesi di assenza, ad Apricale, paesino ligure arroccato al confine con la Francia. Lo attende Clara con la speranza di una vita in comune. Ma Edoardo non riesce a superare i ricordi di un passato difficile (Clara era fidanzata con il fratello poi morto) con molti sensi di colpa e cerca un nuovo imbarco. Accetta così la proposta , per conto della Legione Straniera, dell'armatore Francois: portare da Tolone alle coste jugoslave un carico di armi sull' Hondurian Star, un vecchio mercantile. Solo in mare aperto l'equipaggio viene a conoscenza del carico e, dopo molti contrasti, decide di proseguire. Consegnata la merce, Edoardo aspetta di incassare la cifra pattuita, ma l'operazione si dimostra improvvisamente difficile. Invitato ad andare direttamente dal capitano per riscuotere i soldi, Edoardo attraversa luoghi dove si spara e si muore. Una notte incontra Visnja, una donna disperata che vuole fuggire da quel Paese. Quando capisce che il rischio aumenta ogni momento di più, Edoardo accetta di seguire Visnja. Scappano, cercando di raggiungere il mare. Una pattuglia li ferma, spara, Edoardo muore, Visnja, ferita, riesce ad arrivare sulla nave.
Valutazione Pastorale
il film è liberamente tratto dal romanzo di Francesco Biamonti "Attesa sul mare", dove tema centrale, dice l'autore, è "il dibattito etico tra Edoardo, che viene dalla vecchia Liguria, e il suo equipaggio di varie nazionalità. Ne esce un'idea di Europa come tolleranza e civiltà, ma insidiata dagli istinti primitivi di decadentismo e barbarie". Il regista precisa poi di avere voluto creare uno scontro "tra le vicende personali, gli errori, il passato che ritorna, e la sospensione transitoria del viaggio, lo spirito d'avventura, il mare, la guerra". Fatte queste premesse, ne risulta un film in cui la tensione drammatica prevalente in più momenti cade e toglie vigore all'azione, restando però in primo piano un tono insolito di esame esistenziale, di sacrificio quasi inconscio ma inevitabile. La guerra jugoslava diventa pretesto per dire l'assurdità delle guerre, il loro fondarsi sulla follia e l'irrazionalità. Film debole, ma sincero, girato tutto in 'esterni', da valutare, dal punto di vista pastorale, come positivo, anche per il suo taglio realistico. Riserve vanno evidenziate per qualche situazione forzata e inutile ai fini del racconto.
Utilizzazione: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria. Da recuperare in altre circostanze, per parlare di temi quali: la guerra nella ex-Jugoslavia, rapporto cinema-letteratura, registi italiani esordienti (è infatti il primo film di Vicentini Orgnani).