MARIA FULL OF GRACE

Valutazione
Discutibile, ambiguità
Tematica
Droga, Famiglia, Lavoro
Genere
Drammatico
Regia
Joshua Marston
Durata
101'
Anno di uscita
2004
Nazionalità
Colombia, Stati Uniti
Titolo Originale
Maria full of grace
Distribuzione
Istituto Luce
Musiche
Jacobo Lieberman, Leonardo Heiblum
Montaggio
Anne McCabe, Lee Percy

Orig.: Colombia/Stati Uniti (2003) - Sogg. e scenegg.: Joshua Marston - Fotogr.(Panoramica/a colori): Jim Denault - Mus.: Jacobo Lieberman, Leonardo Heiblum - Montagg.: Anne McCabe, Lee Percy - Dur.: 101' - Produz.: Paul Mezey.

Interpreti e ruoli

Catalina Sandino Moreno (Maria), Yenni Paola Vega (Blanca), John Alex Toro (Franklin), Guilied Lopez (Lucy), Patricia Rae (Carla), Orlando Tobon (Fernando), Wilson Guerrero (Juan), Fernando Velasquez . (Pablo)

Soggetto

La diciassettenne Maria vive in una cittadina a nord di Bogotà insieme alla nonna, alla madre e alla sorella più grande con un figlioletto a carico. Lavora in un roseto, é l'unico sostegno della famiglia ed ha una relazione con il coetaneo Juan. Maria ha voglia di cambiare, di essere indipendente, scopre di essere incinta, si licenzia, rifiuta l'offerta di Juan di un matrimonio solo riparatore. Un giorno un certo Franklin le offre la possibilità di un lavoro interessante, ben pagato e che offre la possibilità di viaggiare. Maria capisce che si tratta di diventare corriere della droga: ingoiare dozzine di palline piene di eroina e farle arrivare negli Stati Uniti. Mandate giù ben sessantadue palline, Maria arriva a New York, e qui niente si rivela semplice come le era stato promesso. Una serie di tragici eventi costringe Maria a rifugiarsi a casa della sorella dell'amica Lucy, morta nella casa dei malavitosi. Infine, avvertendo sempre di più le doglie della gravidanza, Maria riesce a svincolarsi dai complici del boss e a restare sola a New York, pensando alla vita nascente dentro di lei.

Valutazione Pastorale

Per scrivere il copione l'esordiente Joshua Marton ha raccolto notizie sui colombiani attraverso le loro esperienze sia attuali che del recente passato. Ha parlato con una donna che aveva ingoiato capsule di eroina per trasportarle negli Stati Uniti dove è stata arrestata e imprigionata. Ha voluto dare visibilità diretta e frontale alla problematica dei 'corrieri della droga', assumendo il punto di vista di una ragazza che con troppa fretta passa dall'adolescenza alla maturità. Il racconto è ben costruito e condotto con coerenza in un taglio narrativo a metà tra finzione e documento. Per quanto tuttavia i temi affrontati siano fortemente drammatici, Marton non riesce a dare incisività alle immagini, attenendosi ad una 'semplicità' espositiva che rende meno forte la denuncia. Appare inoltre fin troppo facile (fin dal titolo) la contrapposizione su cui gioca tutto il racconto tra la droga come morte e la vita nascente all'interno del corpo di Maria (nome scelto a caso?). Così il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come discutibile e segnato da qualche ambiguità. UTILIZZAZIONE:il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria con attenzione per la presenza di minori. Da proporre nell'ambito di rassegne dedicate al tema della droga e dell'America Latina. Riguardo per i minori anche in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.

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