Sogg e Scenegg.: Sandra Di Pasquale - Fotogr.: (Scope/a colori) Christophe Pollock - Mus.: Carlo Cri- velli - Montagg.: Valeire Deseine - Dur.: 92' - Produz.: Philippe Rousselet
Interpreti e ruoli
Vahina Giocante (Marie), Frederic Malgras (Orso), Nicolas Wel- bers (Goran), David Kilner (Larry), Jamie Harris (Jim), Frederic Westerman (Ardito), Swan Carpio (Jurec), Amira Casar, Patrick Gomez, Andrew Clo- ver, Roxane Mesquida, Aurelie Morardet, John Dowling, Patrick Serraf, David Gregg.
Soggetto
Nella baia degli Angeli, un luogo imprecisato e fantasioso sulla riviera mediterranea tra Francia e Italia, Orso, diciassette anni, consegna a Goran, suo compagno di scorrerie e come lui piccolo teppista, i soldi per acquistare una pistola 326 Magnum. Ma, durante una festa notturna, Goran spende tutti i soldi, prende tempo con mille scuse e infine sparisce. Orso allora sfoga la propria rabbia con furti e violenze, per poi rifugiarsi nella vegetazione delle cale. In una di queste occasioni incontra Marie, quindici anni, che sogna di passare il tempo tra le mure bianche e i pini della base americana che domina la baia. Orso e Marie si incontrano più volte, ma sempre si perdono di vista. Quando si ritrovano, passano momenti di gioia in una caletta isolata. Ma Orso vuole possedere una Magnum e chiede a Marie di portargliene una dei soldati americani. Marie torna alla base, si concede ad un americano, prende la pistola, la consegna ad Orso e poi sparisce. Torna tempo dopo, quando si corre il Gran Premio automobilistico e sono arrivati altri soldati. Nell'eccitazione generale, Orso si introduce in una villa, dove era già stato in passato e aveva visto una bellissima donna. Scattato il sistema d'allarme, Orso è ferito e comincia a sparare all'impazzata. Fuori vede Goran che sta facendo il bagno. Lo raggiunge, gli tende la mano, gli spara tre volte a bruciapelo. Goran lentamente affonda nell'acqua.
Valutazione Pastorale
il film vorrebbe descrivere le storie di due adolescenti disadattati e abbandonati che incrociano le proprie esistenze verso un oscuro destino di violenza: il tutto sullo sfondo di un paesaggio indistinto un po' italiano un po' francese, quasi a voler dare l'idea di una identica dimensione geografica, che influenza i caratteri e modella i comportamenti. Ma qualunque riflessione antropologica seria scompare di fronte alla realtà di una storia piatta ed estetizzante, che mette in scena due ragazzini malvagi, compiacendosi della loro cattiveria: senza mai in qualche maniera prendere le distanze dalla materia trattata ma anzi girandovi dentro con il gusto della ripetizione e dell'insistenza fini a se stesse. Due ragazzi visti come modelli negativi di un'adolescenza sradicata, priva di qualunque sostegno familiare o educativo. Un quadro a tesi, del tutto unilaterale che, dal punto di vista pastorale, va considerato malsano e valutato come inaccettabile. Utilizzazione: l'utilizzazione del film è da evitare sia in programmazione ordinaria sia in altre circostanze.