Martin Eden

Valutazione
Complesso, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Amore-Sentimenti, Educazione, Famiglia, Letteratura, Politica-Società, Storia
Genere
Drammatico
Regia
Pietro Marcello
Durata
129'
Anno di uscita
2019
Nazionalità
Francia, Italia
Titolo Originale
Martin Eden
Distribuzione
01 Distribution
Soggetto e Sceneggiatura
Soggetto: "Martin Eden", romanzo di Jack London. Sceneggiatura: Maurizio Braucci, Pietro Marcello.
Fotografia
Francesco Di Giacomo, Alessandro Abate
Musiche
Marco Messina e Sacha Ricci per ERA, Paolo Marzocchi
Montaggio
Aline Hervé, Fabrizio Federico
Produzione
Avventurosa (Pietro Marcello), RaiCinema (Paolo Del Brocco, Paola Malanga), IBC (Giuseppe Caschetto), Shellac Sud (Thomas Ordonneau), Match Factory Productions (Michael Weber, Viola Fügen)

Coppa Volpi a Luca Marinelli alla 76a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica della Biennale di Venezia

Interpreti e ruoli

Luca Marinelli (Martin Eden), Jessica Cressy (Elena Orsini), Carlo Cecchi (Russ Brissenden), Elisabetta Valgoi (Matilde Orsini), Pietro Ragusa (Signor Orsini), Giustiniano Alpi (Arturo Orsini), Vincenzo Nemolato (Nino), Marco Leonardi (Bernardo), Denise Sardisco (Margherita), Carmen Pommella (Maria)

Soggetto

Il marinaio Martin Eden vive alla giornata al porto, facendo lavori occasionali e usuranti. L’incontro con la giovane borghese Elena Orsini lo spinge a guardare il mondo da un’altra prospettiva. Capisce di dover colmare il proprio deficit di istruzione, ed è preso da una grande voglia di diventar scrittore…

Valutazione Pastorale

Tra i tre film italiani in gara a Venezia 76, è quello che ha lasciato l’impressione più forte. Partendo dalle pagine del romanzo americano omonimo scritto da Jack London nel 1909 (un classico), Pietro Marcello cambia a fondo lo scenario e sposta tutto dalla California a Napoli. Quello che sembra un cambio drastico in realtà permette di ancorare la vicenda al tessuto del nostro Paese, conservando comunque un forte respiro internazionale. Mentre attraversa le fratture sociali e lavorative del XX secolo, il giovane Martin non riesce a trovare una propria identità, una collocazione precisa. Ne esce un potente racconto di denuncia, tra storie di emarginazione e di lavoratori delusi e arrabbiati, mescolando alla narrazione (è un momento di grande significato per Marcello) all'attualità inserti di repertorio del cinema delle origini. Con una regia controllata e visionaria, il regista compone un’ operazione antropologico valida e suggestiva. Dal punto di vista pastorale, il film è complesso, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in molte altre occasioni, per avviare una riflessione su un cinema italiano dalle ampie soluzioni visive e narrative, dove trovano posto storia, letteratura, filosofia, linguaggio, anche un uso didattico del cinema.

Le altre valutazioni

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