Sogg. e Scenegg.: Bertrand Blier - Fotogr.: (panoramica/b.n. - a colori) Philippe Rousselot Mus.: Philip Glass - Montagg.: Claudine Merlin - Dur.: 131' - Produz.: Ciné Valse - Vietato ai minori degli anni quattordici
Interpreti e ruoli
Charlotte Gainsbourg (Camille), Anourk Grimberg (Joëlle), Gerard Depardieu (M. Antoine), Michel Blanc (Madre di Camille da anziana), Jean Carnet (Madre di Camille da giovane), Annie Girardot, Catherine Jacob, Jean-Louis Trintignant
Soggetto
una giovane donna in eccentrico abito da sposa viene sbattuta fuori da un'automobile, che riparte subito dopo che l'uomo al volante l'ha pestata a sangue: è Joëlle, una "ragazza perduta", che pur trova la forza di urlare un sarcastico "Merci la vie!" prima di svenire. La trova svenuta, tornando dalla spesa, Camille, una liceale che vive in autoisolamento in una specie d'irreale condominio, al centro di una squallida spiaggia per prepararsi alla maturità. Fatta rinvenire la donna con modi bruschi, Camille la invita a salire a casa sua, intravvedendo in lei fin dalle prime parole che pronunzia la donna da far incontrare al padre, per compensarlo delle frustrazioni subite a causa della moglie che continuamente gli si nega. Diventate amiche, la vitale ed estroversa Joëlle e la perennemente corrucciata Camille s'avventurano in un viaggio attraverso la Francia sul crinale di due epoche, l'attuale e quella della seconda guerra mondiale; una specie di viaggio iniziatico, dove per accostamenti ed evocazioni, Camille incontra di tutto: dalla propria nascita ... accidentale, alla voracità sessuale degli uomini; dal tentativo d'incesto all'ammucchiata erotica e all'AIDS; dalle violenze d'ogni tipo, a cominciare da quelle boriose e ridicole dei piccoli "comando io" del quotidiano, a quelle funeste dei guerrafondai: deportazioni, torture, sterminio di massa, fino al disprezzo vituperoso per l'inettitudine, la vecchiaia, la totale impotenza dell'uomo.
Valutazione Pastorale
non nuovo ad operazioni caleidoscopico-acrobatiche di questo tipo, Bertrand Blier sfoggia in questo provocatorio e sboccato "Merci la vie" la sua funambulesca maestria di creatore d'immagini, anticonvenzionali fino alla sfrontatezza. Lo dice lui stesso in un'intervista: "Scrivere delle storie mi interessa meno che trovare un diverso linguaggio d'inmmagini", asserendo che proprio questo è lo stile dell'epoca in cui vive, lo stile delle immagini e dei suoni "nel quale tutto si scompagina con l'aiuto del telecomando", dando luogo, appunto a quella visione di un pazzo geniale, sempre in bilico tra finzione e realtà, che è in sostanza "Merci la vie", una mescolanza di film differenti, come lui stesso lo definisce, in cui cerca di tradurre le angoscie collettive dell'umanità, con l'intenzione di dire in continuazione "la vita, come il cinema, è tutta falsità e imbroglio, finzione e smascheramento insieme di comportamenti umani che ciascuno incontra ogni giorno". Un indefinibile cocktail di generi giallo, romantico, horror, commedia e dramma, fantasioso e realistico, parodistico e surreale, patetico e violento. Nonostante le prodezze intellettualistiche e provocatorie di Blier, il suo violento "noir" trasmette, suo malgrado, il fondo mentale dell'autore: la visione di vita cioè sarcastica e disperata di chi non crede in alcun valore positivo, e per ciò stesso costringe a pensare, a cercare, a invocare una qualche risposta, che dia un senso all'esistenza e coraggio per viverla.