MERRY CHRISTMAS

Valutazione
Inconsistente, volgarità
Tematica
Genere
Farsesco
Regia
Neri Parenti
Durata
95'
Anno di uscita
2001
Nazionalità
Italia, Spagna
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Filmauro
Musiche
Bruno Zambrini
Montaggio
Luca Montanari

Orig.: Italia/Spagna (2001) - Sogg. e scenegg.: Fausto Brizzi, Lorenzo De Luca, Marco Martani, Neri Parenti - Fotogr.(Panoramica/a colori): Gianlorenzo Battaglia - Mus.: Bruno Zambrini - Montagg.: Luca Montanari - Dur.: 95' - Produz.: Aurelio De Laurentiis per Filmauro, Andres Vicente Gomez per Lolafilms.

Interpreti e ruoli

Massimo Boldi (Enrico Carli), Christian De Sica (Fabio Trivellone), Enzo Salvi (Cesare Mandrione), Biagio Izzo (portiere d'albergo), i Fichi d'India (Bruno Arena-Bruno; Max Cavallari-Max), Paula Vazquez (Selvaggia), Emanuela Folliero (Serena), Sara Calogero (Martina), Marco Iannone . (Matteo)

Soggetto

Fabio Trivellone, comandante pilota, ha una moglie (Selvaggia) e una figlia adolescente (Martina) a Roma, ma ha anche una seconda moglie (Serena) a Milano con un figlio (Matteo) di un precedente matrimonio di lei. Lasciata la prima moglie nella capitale, Trivellone sale sull’aereo diretto ad Amsterdam, non prima di aver imbarcato Serena e Matteo. Sullo stesso aereo ci sono, in business class, Enrico Carli, industriale milanese costretto suo malgrado ad accettare una vacanza con il romanissimo Cesare, odiato futuro genero: il matrimonio è saltato per una varicella di lei, e i due devono usare il già prenotato viaggio di nozze per cercare di familiarizzare; e, in classe turistica, ci sono Max e Bruno proprietari di una ditta di pompe funebri prossima alla chiusura e incaricati di consegnare alla ricca vedova l’urna contenente le ceneri del marito, un miliardario olandese morto all’improvviso davanti alla loro bottega. Ad Amsterdam tutti si ritrovano nello stesso albergo sotto gli occhi di un portiere d’albergo dichiaratamente gay. Succede poi che da lì a poco, convinte di fare una bella sorpresa, arrivano anche Selvaggia e Martina e che da quel momento Trivellone è impegnato ad inventare ogni possibile stratagemma per non far incontrare le due mogli. Carli non sopporta la convivenza con Cesare. Allora escogita un piano per metterlo in cattiva luce con la figlia, ma la visita nei locali sexy della città si ritorce a suo danno. In albergo l'urna cineraria si rompe, Max e Bruno raccolgono le ceneri in un altro vaso, che però si perde e loro cominciano disperatamente ad inseguire. Finisce che Selvaggia e Serena si incontrano ma appena in tempo per scoprire che esiste una terza moglie, una ragazza di colore. Max e Bruno riscuotono il compenso, ma se lo vedono portare via. Carli torna a Roma, e il matrimonio finalmente si celebra.

Valutazione Pastorale

Si tratta di una commedia che, muovendosi lungo la strada percorsa nell’ultimo decennio da una nutrita serie di prodotti analoghi, non nasconde anzi apertamente chiarisce di volersi proporre sul versante farsesco. Tutto quindi procede in modo scontato e prevedibile: il copione è strutturato in modo tale, da creare situazioni dalle quali prendono il via equivoci, inconvenienti, scambi di persona, imbarazzi, sorprese, impacci. Niente di nuovo. Anzi si potrebbe dire che il meccanismo, nella sua scoperta dimensione ludico/grottesca, non fa altro che collocarsi sulla scia di una comicità facile e popolaresca che ha lunghe e solide tradizioni nel cinema e nel teatro italiani in genere. Così le due (o tre) mogli possono essere viste solo come espediente per dare il via alla sequela di situazioni da scenario boulevardier, e tutto il resto si muove nella stessa ottica della battuta epidermica e dei siparietti che riempivano l’avanspettacolo, tra doppi sensi, ammiccamenti di vario genere, ballerine in passerella. Un divertimento di immediata fruizione, che però non per questo può sottrarsi almeno alla regola della misura, e di un certo buon gusto. La misura della gestualità pesante e dell’atteggiamento scurrile è in questa occasione trascurata e fin troppo superata. Dopo venti minuti cala sulla vicenda il peso della ripetitività, della totale assenza di qualche variazione narrativa. La grana grossa e triviale della comicità si snoda senza offrire respiro e senza una minima occasione di alternativa. Cosicchè si resta imbrigliati in un condensato di stupidaggini, che lasciano alla fine storditi. Parlare di film sembra perciò eccessivo. Si può concludere dicendo che, dal punto di vista pastorale, il grado zero di qualunque minima sostanza ( positiva o negativa) offerto dal prodotto induce alla valutazione dell’inconsistente, sottolineando le molte volgarità presenti. UTILIZZAZIONE: il film può anche essere utilizzato in programmazione ordinaria, purché con la consapevolezza della sua scadente confezione. Non si vedono poi, nei tempi lunghi, altri possibili tipi di utilizzazione.

Le altre valutazioni

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