MIO FIGLIO IL FANATICO

Valutazione
Ambiguità, Discutibile, dibattiti**
Tematica
Emigrazione, Famiglia - genitori figli, Rapporto tra culture
Genere
Drammatico
Regia
Udayan Prasad
Durata
88'
Anno di uscita
1998
Nazionalità
Gran Bretagna
Titolo Originale
MY SON THE FANATIC
Distribuzione
Istituto Luce
Soggetto e Sceneggiatura
Hanif Kureishi Tratto dal racconto "My Son the fanatic" di Hanif Kureishi
Musiche
Stephen Warbeck
Montaggio
David Gamble

Sogg.: Tratto dal racconto "My Son the fanatic" di Hanif Kureishi - Scenegg.: Hanif Kureishi - Fotogr.: (Panoramica/a colori) Alan Almond - Mus.: Stephen Warbeck - Montagg.: David Gamble - Dur.: 88' - Produz.: Chris Curling

Interpreti e ruoli

Om Puri (Parvez), Rachel Griffiths (Bettina), Stellan Skarsgard (Schitz), Akbar Kurtha (Farid), Gopi Desai (Minoo), Harish Patel (Fizzy), Bhasker Patel (Maulvi), Sarah-Jane Potts, Judi Jones, Geoffrey Bateman, Omar Salimi, Rowena King, Dev Sagoo, Olwen May, Alison Burrows.

Soggetto

A Bradford, nell'Inghilterra del nord, Parvez, tassista di origine pakistana, ama sentirsi molto 'inglese'. Il suo amico Fizzy, anche lui immigrato, ha fatto molti soldi con un ristorante. Parvez guadagna poco, ma le cose sembrano cambiare il giorno in cui sul taxi sale Schitz, uomo d'affari tedesco, che si fa accompagnare in giro per la città. Parvez, che è sposato con Minoo, frequenta una prostituta di nome Bettina, che dopo un po' presenta a Shitz, con cui ora si vede abitualmente. Farid, figlio adolescente di Parvez e Minoo, comincia ad avere comportamenti strani, lascia la sua ragazza inglese, deciso a condurre una vita ascetica. Parvez pensa che si tratti di droga ma ben presto capisce che il figlio ha preso la strada della religiosità fanatica. Farid convince il padre ad ospitare Maulvi, un religioso del Pakistan, che a poco a poco finisce per spadroneggiare dentro casa. Anche Schitz si approfitta di Parvez e gli fa organizzare un festino con Bettina e altre ragazze per alcuni uomini d'affari. Quando Farid, Maulvi e altri cominciano una campagna moralizzatrice per ripulire le strade, per Parvez la confusione diventa totale. Litiga prima col figlio che se ne va di casa, poi con la moglie che decide di tornare in India. Rimane così solo, senza sentirsi più né inglese né pakistano.

Valutazione Pastorale

Lo sceneggiatore del film, il pakistano Hanif Kureishi, spiega: "Scrivo per fotografare una realtà: la realtà più generale è quella della società inglese contemporanea, che è estremamente variegata, tanto che si potrebbe dire tranquillamente che i veri inglesi sono una minoranza. Oggi il problema dell'immigrazione non è più così drammatico o evidente come nei decenni scorsi…il protagonista è integrato, o almeno crede di esserlo, ma questa sua sicurezza nasce da un fraintendimento. Che significa infatti essere integrati in una società capitalistica? Non è una questione solo di cultura ma di business e di denaro". Dichiarazione utile da riferire, perché dentro ci sono già tutti i temi del film. Temi interessanti, perché riflettono la nuova situazione dell'incontro tra culture nell'Europa occidentale: superata la fase dello scontro frontale, oggi entrano in gioco elementi più sottili, che fanno riferimento a situazioni più personali, ad una difficile ricerca di equilibrio tra le tradizioni originarie e quelle acquisite. Uno scenario, sul quale assume un ruolo non secondario una religiosità a più facce, che il protagonista non sa se conservare rigida o ammorbidire con toni di compromesso. Specchio quindi significativo di situazioni reali, il film, dal punto di vista pastorale, è tuttavia percorso da interrogativi non risolti che ingenerano ambiguità ed è quindi da valutare come discutibile e da suggerire soprattutto per dibattiti. Utilizzazione: più che in programmazione ordinaria, il film si presta ad una utilizzazione mirata, nell'ambito dell'importante argomento della situazione multietnica e pluriculturale che caratterizza sempre più l'Europa del Terzo Millennio.

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