
Orig.: Francia (2014) - Sogg. e scenegg.: Benoit Philippon, Jérome Fansten - Fotogr.(Scope/a colori) - Mus.: Bruno Coulais - Montagg.: Isabelle Malenfant - Dur.: 90' - Produz.: Onyx Film.
Interpreti e ruoli
Mune (voce italiana: Davide Perino), Glim (v.i.: Valentina Favazza), Sohone (v.i.: Simone Mori), Leyoon e gli altri ptotagonisti della storia d'animazione. (v.i.: Massimo Lodolo)
Soggetto
Il Sole torna a splendere ogni mattina, e anche la Luna, quando è il momento, fa il proprio giro e illumina le stelle e il cielo della notte. Qualcosa però arriva a minacciare questo equilibrio. Mune, piccolo fauno che si occupa di illuminare la foresta di notte, non prende molto sul serio questa responsabilità e deve faticare non poco per entrare in sintonia con i compiti degli altri abitanti degli spazi: c'é Sohone, colosso di ambra, arrogante e impulsivo, da sempre mosso dall' unico desiderio di diventare il nuovo Guardiano del Sole. C'è poi Glim, che è fatta di cera e si scioglie nel calore del Sole. E proprio il furto del Sole le offre la possibilità di vivere una grande avventura. Ci sono poi Mox, diavoletto basso e tracagnotto, considerato da tutti un incapace; e Spleen, sempre triste e lamentoso, che sogna di essere un folletto ma è nato demone. Dopo una serie di aspri scontri, il pericolo del Male è vinto. Mune e Glim trovano un momento di tranquillità e si scambiano dolci effusioni.
Valutazione Pastorale
Heboyan é un ex studente della Gobel, ha collaborato alla produzione di "Azur e Asmar" di Michele Ocelot nel 2006. Come animatore della Dreamworks ha partecipato a "Kung Fu Panda" (2008) e a "Mostri contro Alieni" (2009). Philippon ha esordito in regia con "Lullaby for Pi" e qui codirige e partecipa alla sceneggiatura. Proprio da qui bisognerebbe partire per definire il racconto: si tratta infatti di un fantastico a briglia sciolta, di un'avventura collocata in spazi irreali e priva di riferimenti immediati se non nell'ottica del letterario e dell'epico. A partire da Mune, e poi anche gli altri, tutti i protagonisti sono costruiti su disegni dalle forme oblique, irregolari, sghembe. Si muovono con difficoltà in un contesto che abolisce ogni nozione di tempo e di spazio. Prende forma a poco a poco un piccolo/grande universo frastagliato e come sospeso nel vuoto, privo di punti di appoggio. Disegno e dinamiche sono affidati ad uno stile che fatica a conquistare compattezza. Vi si avverte l'impronta di una pittura post moderna fredda e meccanica, come si trattasse di una videoinstallazione. Certo il tono del racconto é qua e là ripetitivo, giocato su recuperi e ritorni dei singoli caratteri, tutti arruolati in una lotta tra Bene e Male che sembra difficile da dirimere. L'ultima parte si apre a squarci di profondità di campo inediti e suggestivi. E il lieto fine restituisce il piacere di una favola fino a quel momento lontano. Non paragonabile ad esempi sia statunitensi sia giapponesi, il cartone fa intravedere sottoletture non del tutto rassicuranti sui futuri equilibri ambientali. Ed è un dato col quale bisogna pure fare i conti. Per questo il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile e nell'insieme semplice.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, con un occhio ad un pubblico di ragazzi preparati ad una proposta originale e non banale.