MY NAME IS JOE

Valutazione
Discutibile, Problematico, dibattiti
Tematica
Alcolismo, Droga, Lavoro, Politica-Società, Povertà-Emarginazione
Genere
Drammatico
Regia
Ken Loach
Durata
Anno di uscita
1998
Nazionalità
Gran Bretagna
Titolo Originale
My name is Joe
Distribuzione
BIM - Columbia TriStar Films Italia

Orig. : Gran Bretagna (1998) - Sogg. e scenegg. : Paul Laverty - Fotogr. (Panoramica / a colori) : Barry Ackroyd - Mus. : George Fenton - Montagg. : Jonathan Morris - Dur. : 105' - Produz. : Rebecca O' Brien.

Interpreti e ruoli

Peter Mullan (Joe), Louise Goodall (Sarah), Gary Lewis (Shanks), Lorraine Mc Intosh (Maggie), David Mc Kay (Liam), Annemarie Kennedy (Sabine), Scott Hannah (Scott), David Hayman (Mc Gowan), Gordon Mc Murray, David Hough, John Hamil, David Peacock.

Soggetto

A Glagow, ad una riunione degli Alcolisti Anonimi, Joe dice che non beve più da quasi un anno e che si sente pronto a cominciare una nuova vita. Nella squadra di calcio che ha messo su c'é Liam, dedito alla droga, che vive con Sabine e il loro figlioletto Scott. Nell'incarico di tenere sotto controllo questa famiglia, Sarah,impiegata alla Sanità, conosce Joe ed ha una relazione con lui. Durante una partita gli uomini di McGowan, uno spacciatore, aggrediscono Liam che non ha pagato i propri debiti. Liam confessa a Joe di non avere i soldi necessari, Joe affronta McGowan che gli propone di saldare il debito con un lavoretto da fare subito. Joe accetta e guida verso un porto scozzese una macchina piena di droga. Sarah, che ha scoperto di essere incinta, accusa Joe di non averle detto la verità sul rapporto con lo spacciatore e decide di andarsene. Joe non vuole perderla e le promette che non eseguirà la seconda parte del 'lavoretto'. Lo va a dire a McGowan, che però non ammette rifiuti e minaccia vendette. Joe disperato si ubriaca di nuovo. Liam lo va a trovare e, quando sente l'arrivo degli uomini di McGowan, si impicca alla finestra di casa. Ai funerali di Liam, Sarah é presente. Aspetta Joe e poi vanno via insieme in silenzio.

Valutazione Pastorale

Girato all'interno di uno dei quartieri più poveri e dimenticati di Glasgow, il film si propone come la radiografia realistica, asciutta, dolorosa e mai compiaciuta di un disagio sociale che diventa difficoltà quotidiana a trovare equilibrio nel lavoro, negli affetti, nell'amicizia. Attraverso i rapporti tra i protagonisti, che affrontano le angoscianti realtà dell'alcool e della droga, emergono problemi precisi e diretti: il senso di responsabilità, l'esigenza di un impegno personale, la voglia di riscatto, tutti riconducibili al filo che, sotto l'aspetto etico, attraversa il racconto. Ken Loach, il regista, appare qui disposto a mettere da parte una certa invadenza ideologica che aveva condizionato i suoi film precedenti: e fa opera di denuncia, secca e violenta, che da sociale diventa 'morale'. L'aiuto tra gli ultimi, per realizzarsi, deve accettare compromessi, soluzione che sono peggio del male. Trasportare droga per sconfiggere la droga: il fine giustifica i mezzi? Loach non giudica ma lascia ai sopravvissuti la pietà che é loro dovuta e il finale sembra aprirsi ad una possibile speranza di cambiamento. Film di sostanza dunque,da valutare, dal punto di vista pastorale, come discutibile per l'incerta risposta all'interrogativo sopra esposto e problematico, adatto ad essere affrontato con opportuni dibattiti.

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