NEMICI – UNA STORIA D’AMORE

Valutazione
Inaccettabile, Negativo
Tematica
Genere
Drammatico
Regia
Paul Mazursky
Durata
120'
Anno di uscita
1990
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
ENEMIES, A LOVE STORY
Distribuzione
Fox
Soggetto e Sceneggiatura
Roger L. Simon, Paul Mazursky tratto dal romanzo di Isaac Bashevis Singer
Musiche
Maurice Jarre – Montagg.: Stuart Pappè
Montaggio
Stuart Pappè

Sogg.: tratto dal romanzo di Isaac Bashevis Singer - Scenegg.: Roger L. Simon, Paul Mazursky - Fotogr.: (normale/a colori) Fred Murphy - Mus.: Maurice Jarre – Montagg.: Stuart Pappè - Dur.: 120' - Produz.: Morgan Creek

Interpreti e ruoli

Angelica Huston (Tamara), Ron Silver (Herman), Lena Olin (Masha), Margaret Sophie Stein (Yadwiga), Judith Mazina (Masha's Mother), Alan King (Rabbi Lembeck), Rita Karin, Phil Leeds, Ely Baskin

Soggetto

l'intellettuale ebreo Herman, originario dell'Europa dell'Est, ha sposato per riconoscenza la contadina polacca analfabeta Yadwiga, ex domestica della sua famiglia, che lo ha salvato dai nazisti, e, dopo la guerra, è emigrato con lei a New York. Tuttora sconvolto dall'incubo della persecuzione subita, nel 1949 egli vive a Coney Island con la moglie buona e laboriosa, cui è affezionato, ma ha un'appassionata relazione con l'ebrea Masha, ex internata a Dakau, e separata dal marito, che abita nel Bronx con la possessiva madre. Scrittore senza successo Herman vende libri e compone sermoni per un rabbino, correndo sempre da una donna all'altra, e raccontando loro infinite bugie. Per complicargli la situazione, ricompare improvvisamente la sua prima moglie, Tamara, che egli credeva morta insieme ai loro due figli in una strage compiuta dai tedeschi, e invece è miracolosamente sopravvissuta alla fucilazione, e conserva ancora tutto il suo coraggio. Così Herman resta legato a ciascuna delle tre donne, che gli sono necessarie per motivi diversi. Mentre Tamara non toma a vivere col marito per pietà dell'innocente Yadwiga, Masha, innamorata e gelosa, assilla l'amante perché la sposi, ora che è riuscita ad ottenere il divorzio, e lui acconsente, quando sembra che lei aspetti un figlio. Herman può unirsi a Masha col rito religioso ebraico, perché le nozze con Yadwiga sono state celebrate solo civilmente. Quanto a Tamara, quasi nessuno sa chi sia realmente. Intanto Yadwiga si fa ebrea per amore del marito e aspetta un bambino, mentre la gravidanza di Masha si rivela isterica. In seguito, vista morire la madre, probabilmente suicida, Masha, sconvolta, chiede a Herman di suicidarsi insieme a lei, e, quando egli rifiuta di farlo, si uccide da sola. Allora Herman, incapace di assumersi responsabilità, e sempre spinto dall'istinto a nascondersi, fugge lontano, abbandonando Yadwiga, proprio quando nasce sua figlia. Egli si limiterà a mandare dei soldi per il mantenimento della bambina. Tamara, materna e forte, si occupa affettuosamente di Yadwiga e della piccola, che viene chiamata Masha, in onore della defunta, e le due donne trovano serenità e gioia nella neonata.

Valutazione Pastorale

nonostante tratti con ironia alcune situazioni dalla poligamia di Herman, il film è fondamentalmente drammatico, perché la vicenda è motivata dalle persecuzioni degli ebrei, effettuate dai nazisti, e sulle quali si immaginano scampati sia Herman che due delle sue mogli. La caccia feroce subita dal protagonista, che ancora torna a tormentarlo negli incubi nottumi, gli ha causato l'incapacità ad assumersi responsabilità, e il bisogno dell'appoggio delle tre donne, tutte tanto più forti lui, e sotto la protezione delle quali egli sembra nascondersi. Ma il film risulta inaccettabile e negativo per la maniera in cui questo tema è trattato, cioè per la leggerezza con cui insiste sui tre matrimoni di Herman, per i suicidi di Masha e di sua madre, e infine per alcune scene, che presentano con poco rispetto la religione ebraica e il personaggio di un rabbino troppo mondano.

Le altre valutazioni

Sfoglia l'archivo
Ricerca Film - SerieTv
Ricerca Film - SerieTV