Sogg. e Scenegg.: Ziggy Steinberg - Fotogr.: (normale/a colori) Victor J. Kemper - Mus.: Charles Gross - Montagg.: Dennis M. Hill - Dur.: 91' - Produz.: Ziggy Steinberg
Interpreti e ruoli
Gene Wilder (George/Abe Fielding), Richard Pryor (Eddie Dash), Mercedes Ruehl (Elaine), Stephen Lang (Rupert Dibbs), Vanessa Williams (Gloria), Phil Rubenstein (Al), Billy Beck (Harry), Peter Michael Goetz, Jerry Houser, Kevin Pollak, Craig Richard Nelson, Kandis Chappell, Elsa Raven
Soggetto
Eddie Dash, un tipo truffaldino, per evitare la prigione, accetta come "volontario sociale" di fare da accompagnatore ad un bugiardo patologico, George, dimesso da una clinica psichiatrica dopo tre anni di cure. Eddie, che è un furbo, pensa subito di sfruttare al meglio il suo assistito quando un tizio sostiene che George è Abe Fielding, un miliardario scomparso. George, straordinario mentitore, incoraggiato da Eddie si identifica in Fielding a tal punto da innamorarsi dell'affascinante Elaine, la presunta moglie di Abe, mentre Eddie s'invaghisce di Gloria, collaboratrice dell'ambizioso Rupert Dibbs, il subdolo amministratore del miliardario. In realtà Rupert ha imbastito una criminale macchinazione per impadronirsi di tutto il patrimonio di Fielding ingaggiando un gruppo di attori: dopo aver fatto credere che George è Abe si propone di eliminarlo con la complicità di Eddie da lui ricattato durante una battuta di caccia all'orso. Ma inutilmente: Eddie inscena una simulata Morte di George e riesce a smascherare, durante il funerale, il malvagio Dibbs.
Valutazione Pastorale
una farsa, anche se con notevoli pretese di commedia brillante, una farsa quanto a ritmo, priva però della sfacciataggine e delle sguaiataggini tipiche del genere. Condotto con concitazione, il film si rivela un po' noioso, poiché di idee originali e creative sarebbe vana impresa cercarne e trovarne. Qualche efficace gag non basta a spiccare nella confusione dell'insieme. Interpreti di collaudato mestiere Richard Pryor, l'astuto frenetico nero e Gene Wilder sempre ipereccitato e ameno: due attori che, tuttavia, usano grossolanità verbali per evidenziare la loro comicità.