NOWHERE TO HIDE

Valutazione
Discutibile, violento
Tematica
Violenza
Genere
Azione
Regia
Lee Myung-Se
Durata
96'
Anno di uscita
2001
Nazionalità
Corea del Sud
Titolo Originale
Nowhere to hide
Distribuzione
Mikado Film
Musiche
Cho Sung
Montaggio
Go Im Pyo

Orig.: Corea del Sud (1999) - Sogg. e scenegg.: Lee Myung-Se - Fotogr.(Panoramica/b&n-a colori): Jeong Kwang-Seok, Song Haeng-Li - Mus.: Cho Sung-Woo - Montagg.: Go Im Pyo - Dur.: 96' - Produz.: Chung Tae-Won - VIETATO AI MINORI DI 14 ANNI.

Interpreti e ruoli

Park Joong-Hoon (detective Woo), Jang Dong-Kun (detective Kim), Ahn Sung-Ki (Chang Sungmin), Choi Ji-Woo . (Juyon)

Soggetto

A Inchon, città portuale della Corea del Sud, in pieno giorno e sotto una pioggia battente un boss del narcotraffico viene pugnalato a morte da Sugmin, signore della droga. Incaricato di condurre l'inchiesta, l'investigatore Woo comincia il lavoro, violando spesso le regole imposte dal regolamento di polizia. Con l'indizio di un accendino avuto per caso, Woo e la sua squadra arrivano in un locale notturno, dove si imbattono nel narcotrafficante Fishead che li mette sulle tracce di Meathead, tra i responsabili dell'omicidio. Usando metodi sbrigativi, Woo rintraccia Juyon, la donna innamorata di Sungmin. Appostandosi nella sua casa, i poliziotti bloccano all'arrivo Sungmin, che però riesce a fuggire e a svanire nel buio. Al quarantesimo giorno dell'inchiesta, Woo comincia a dare segni di impazienza e ordina di catturare ad ogni costo Sungmin. Questi però è abile nei travestimenti e sfugge ad ogni agguato: prima vestito da addetto alle consegne di pizza, poi da venditore di panini su un treno. Allora Woo ordina a Juyon di fissare un appuntamento per poterlo cogliere sul fatto. Ma Sungmin non si presenta: la morte improvvisa della madre lo fa tornare nella propria città. Qui finalmente Woo lo trova e i due si affrontano per la resa dei conti finale. Sungmin si arrende.

Valutazione Pastorale

"Se consideriamo la storia -dice il regista- il film é un poliziesco. Se consideriamo la trama é la storia di un investigatore che rincorre all'infinito un criminale. In termini di stile e di genere, si potrebbe definire un 'noir' perché parla di poliziotti e di criminali e gran parte dell'azione si svolge di notte. Più di ogni altra cosa, é una sintesi di diversi elementi. Tuttavia direi che é prima di tutto un film sul movimento, sull'energia cinetica e sulla natura primitiva dell'essere umano". La citazione é opportuna perché il film trova nel modo in cui è girato la sua originalità più evidente e anche il luogo in cui dà spazio a pregi e difetti. Trattando di criminali incalliti e di una sorta di 'guardie e ladri' versione anno Duemila, il racconto si lascia andare a sequenze abbastanza crude mai però veramente compiaciute: anzi in più passaggi il disagio è stemperato da frasi e atteggiamenti tra l'ironico e il grottesco. Le immagini poi, spesso sgranate a affidate al ralenti, danno la sensazione di voler quasi mettere a nudo la pericolosità della violenza mostrata. Ci sono poi sequenze del tutto opposte che aprono squarci di sapore poetico (il cadere della neve) che ricordano certo cinema giapponese. Un film a più strati, che tratta di violenza ma non si rassegna ad essa. Dal punto di vista pastorale, sembra opportuno sottolineare che si tratta di uno di quei prodotti in cui lo stile visivo diventa percorso di confronto etico: a corrente alternata, e quindi da valutare come discutibile, e violento nei suoi aspetti più evidenti. UTILIZZAZIONE: ricordato che c'é il divieto ai minori di 14 anni, il film, più che in programmazione ordinaria, è da utilizzare in occasioni mirate, come esempio di cinema asiatico che fonde realtà, ricerca di linguaggio, suggestioni letterarie. Attenzione é da porre in caso di passaggi televisivi casalinghi.

Le altre valutazioni

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