
Orig.: Italia/Gran Bretagna/Spagna (2001) - Sogg. e scenegg.: Joaquin Oristrell, Jolanda Garcia Serrano, Juan Luis Iborra, Manuel Gomez Pereira - Fotogr.(Scope/a colori): Juan Amoros - Mus.: Bernardo Bonezzi - Montagg.: José Salcedo - Dur.: 118' - Produz.: Andres Vicente Gomez.
Interpreti e ruoli
Danny Aiello (Fabrizio), Joe Mantegna (Ricardo), George Hamilton (Armand), Anna Galiena (Rita), Ariadna Gil (Carmen), Claudia Gerini (Violet)
Soggetto
Ricardo, spagnolo, Fabrizio, italiano, e Armand, francese, tre tenori che fanno insieme spettacoli di grande successo, decidono di separarsi all'indomani di una esibizione finita molto male: davanti al pubblico, la rivalità è esplosa e li ha fatti venire alle mani. Passano dieci anni, e in Francia è imminente il matrimonio tra Armand e Carmen, figlia di primo letto di Ricardo. Per l'occasione in una grande villa si ritrovano tutti. Rita, mamma di Carmen e già moglie di Ricardo, arriva con Fabrizio, con cui ora è sposata, dopo essere stata anche l'amante di Armand. Ricardo invece si presenta con la giovane Violet, recuperata poco prima di partire. Invece che placare i rancori, la vicinanza li riattizza, e così la forzata coabitazione diventa l'occasione scatenante di nuovi doppi giochi, intese sotterranea, finzioni, ripicche e vendette. In mezzo c'é anche il figlio di Armand, che vorrebbe fare il musicista ma è in rotta con il padre. Tra scherzi e punzecchiature, si va avanti, finchè al momento del matrimonio Ricardo fa finta di morire, e la cerimonia viene sospesa. Ma intanto, tempo dopo, ecco i tre di nuovo insieme ad una esibizione davanti al Re di Spagna. Cantano "Macarena".
Valutazione Pastorale
L'immagine di tre tenori che si esibiscono insieme rimanda inevitabilmente a quella del trio Pavarotti-Carreras-Domingo. Essendo la storia di tono fasesco, si potrebbe supporre che nelle intenzioni si volesse mettere insieme una parodia dei 'tre', delle loro vicende pubbliche e private. L'idea poteva avere una sua validità: far emergere quello che non si vede (o non si vuol fare vedere) dietro i lustrini di esibizioni che riducono arie e liriche 'alte' al livello di canzonette. L'esito però é troppo sgangherato e platealmente 'fasullo'. Dialoghi e situazioni non lievitano mai verso motivi brillanti, e restano incagliati in una tipica pochade, che arranca faticosamente fino alla fine. La satira non punge, il divertimento latita, i rapporti interpersonali sono trattati con tale modestia da risultare pochissimo interessanti. Ne deriva che, dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come inconsistente, e non privo di grossolanità. UTILIZZAZIONE: la presenza di qualche bel brano musicale sembra troppo poco per consigliare l'utilizzazione in programmazione ordinaria.