OSCAR & LUCINDA

Valutazione
Accettabile-riserve, complesso**
Tematica
Giovani, Letteratura, Politica-Società
Genere
Drammatico
Regia
Gillian Armstrong
Durata
124'
Anno di uscita
1998
Nazionalità
Australia
Titolo Originale
Oscar and Lucinda
Distribuzione
20th Century Fox Italia
Soggetto e Sceneggiatura
Laura Jones tratto dal libro "Oscar and Lucinda" di Peter Carey
Musiche
Thomas Newman
Montaggio
Nicholas Beauman

Orig.: Australia (1997) - Sogg.: tratto dal libro "Oscar and Lucinda" di Peter Carey - Scenegg.: Laura Jones - Fotogr.(Scope/a colori): Geoffrey Simpson - Mus.: Thomas Newman - Montagg.: Nicholas Beauman - Dur.: 124' - Produz.: Robin Dalton, Timothy White.

Interpreti e ruoli

Ralph Fiennes (Oscar Hopkins), Cate Blanchett (Lucinda Leplastrier), Ciaran Hinds (rev.do Dennis Hasset), Tom Wilkinson (Hugh Stratton), Clive Russell (Theophilus), Richard Roxburgh (mr. Jeffries), Bille Brown (Percy Smith), Josephine Byrnes . (Miriam Chadwick)

Soggetto

In Australia, nella seconda metà dell' '800, Lucinda, ereditiera, ama il vetro per la sua diafana e fragile bellezza. Oscar, ministro di Dio e abile nel gioco d'azzardo, segue il Signore che ha dato ordine e significato alla propria esistenza. Lucinda e Oscar si conoscono e scommettono su una impresa temeraria: costruire una chiesa di vetro, sintesi di quello che i due amano di più al mondo. Durante il viaggio per portare la chiesa nel paese di Ballinger, Oscar si sente male, poi cerca di impedire l'uccisione degli aborigeni, sfidando a poker gli avventori di un locale. Il capod ei soldati presenti lo impedisce, Oscar reagisce e lo uccide. La chiesa di vetro arriva via fiume al reverendo Hasset. Intanto Oscar, circuito a lungo da Miriam, finisce per sposarla. Allora va nella chiesa di vetro e chiede perdono a Dio per aver tradito Lucinda. La chiesa affonda, e Oscar rimane ucciso nella sciagura. Più tardi nasce il figlio di Oscar e Miriam. E Lucinda gli racconta la storia di quei fatti, e dice: così la raccontò mio nonno, e io la racconto a voi.

Valutazione Pastorale

Tratto da un famoso romanzo di Peter Carey, il film mette in campo notevoli qualità nella ricostruzione dell'Australia fine '800, un territorio immenso e sconfinato, una nazione che viveva come colonia dell'impero inglese e cominciava a muovere passi importanti verso l'affermazione della propria autonomia. Ne esce quindi un affresco ricco e sfaccettato, all'interno del quale un ruolo primario viene assegnato alla spiritualità, all'amore e al rapporto con Dio. Diverse sono le forme di professione religiosa: il naturale anticonformismo della società australiana, la frequente presenza del gioco d'azzardo trovano momenti forti di riconciliazione nello spirito ecumenico delle popolazioni locali. La chiesa di vetro diventa simbolo della confessione trasparente in un quadro di contrasti individuali e collettivi. Va aggiunto che i simbolismi nel corso del racconto rischiano di essere troppo presenti, e che certi risvolti relativi alla Chiesa anglicana non sono sempre chiaramente comprensibili. La sottile articolazione della pagina scritta crea nella realizzazione qualche momento di vuoto e qualche passaggio un po' irrisolto. Se questi motivi, dal punto di vista pastorale, inducono a segnalare qualche riserva, nell'insieme il film é da valutare come accettabile, e senz'altro complesso nei molti aspetti che lo caratterizzano. UTILIZZAZIONE: preso come racconto di bella qualità tecnica, il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria. E' da recuperare per saperne di più, anche sotto il profilo religioso, riguardo al passato di una zona geografica (l'Australia) di cui ben poco si conosce.

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