Orig.: Croazia (2013) - Sogg.: ispirato al dramma di Vinko Bresan - Scenegg.: Mate Matisic - Fotogr.(Panoramica/a colori): Mirko Pivcevic - Mus.: Mate Matesic - Montagg.: Sandra Botica Bresan - Dur.: 96' - Produz.: Ivan Maloca.
Interpreti e ruoli
Kresimir Mikic (don Fabjan), Niksa Butjier (Petar), Marjia Skaricic (Marja), Goran Bogdan (Jure), Ivan Brkic (Luka), Jadranka Djokic (Ana), Lana Huziak (Kristina), Drazen Kuhn (Marin), Tihana Lazovic (trombettiera), Zdenko Botic (don Jakov), Senka Bulic . (Perka)
Soggetto
Da poco arrivato nella parrocchia di una piccola isola della Dalmazia, Don Fabjan, prete cattolico, capisce che l'incremento demografico del luogo è pari a zero: solo decessi e nessuna nascita. Preoccupato, con entusiasmo e qualche ingenuità, prende una iniziativa tanto astuta quanto rischiosa. Messosi d'accordo con l'edicolante e il farmacista, procede a sabotare i contraccettivi usati dahli abitanti del luogo. I risultati attesi infine arrivano ma, a fronte di un problema che sembra risolto, se ne aprono a catena infiniti altri. Che coinvolgono molti abitanti del piccolo paese, e non poche figure ecclesiali della zona. Tutto dentro una confusione di ruoli e di compiti ormai incontrollabile.
Valutazione Pastorale
Il racconto è visto in flashback, raccontato da un don Fabjan, più anziano e mal ridotto, al limite della pazzia. Arriva dalla Croazia questa commedia al vetriolo, che non ci mette molto ad assumere la veste di un pamphlet dissacrante e corrosivo, e su questa tonalità resta per tutta la durata. Il copione inanella una serie di accadimenti sui quali sembra abbattersi una beffarda commedia degli equivoci, un accumulo di azioni e reazioni tutte intinte nel nero più nero. Gli argomenti non sono di poco conto: controllo delle nascite, coppie sterili, adozioni e poi, andando avanti, il potere ecclesiastico fino alla piaga dei preti pedofili. Senza guardare troppo per il sottile, il racconto costruisce uno scenario più iconoclasta che ironico, un canovaccio sarcastico che rimanda una realtà deformante e ben intenzionata a transitare dalla commedia alla tragicommedia dai toni surreali. Il regista finisce così per mettere in campo troppi temi fin troppo sensibili (sui quali lo scherzo è lecito entro i limiti di una giusta misura), arrivando in zone di superflua volgarità (vedi la visualizzazione delle fantasie dei personaggi, ecclesiatici e no). La storiella morale resta sospesa tra una confusa idea di trasgressione e una inopinata fuga dala realtà. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso e in molti passaggi scabroso.
Utilizzazione
Va detto con chiarezza che l'utilizzazione è da evitare nelle programmazione ordinaria per riservarla (eventualmente) a situazioni mirate, in contesti e per un pubblico più abituato a proposte anche provocatorie. Si tratta di inquadrare il film all'interno di momenti più precisi (presentazione e discussione finale) per cogliere i suggerimenti relativi allo scenario, invero poco conosciuto, della Croazia, tra conflitti etnico religiosi, stili di vita, abitudini, e un 'umorismo anarcoide' di taglio beffardamente balcanico. Molta attenzione è da tenere per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi e di uso di dvd e di altri supporti tecnici.