PICCOLI LADRI

Valutazione
Accettabile, Problematico, dibattiti
Tematica
Bambini, Donna, Famiglia - genitori figli, Guerra, Povertà-Emarginazione
Genere
Drammatico
Regia
Marziyeh Meshkini
Durata
93'
Anno di uscita
2004
Nazionalità
Iran
Titolo Originale
Stray Dogs
Distribuzione
Bim Distribuzione
Musiche
Mohammad Reza Darvishi
Montaggio
Mastaneh Mohajer

Orig.: Iran (2004) - Sogg. e scenegg.: Marziyeh Meshkini - Fotogr.(Panoramica/a colori): Ebrahim Ghafouri - Mus.: Mohammad Reza Darvishi - Montagg.: Mastaneh Mohajer - Dur.: 93' - Produz.: Maysam Makhmalbaf.

Interpreti e ruoli

Gol Ghoti (bambina), Zahed (bambino), Agheleh Rezaii (la madre), Sohrab Akbari (guardia Atef), Jamil Ghanizadeh (guardia arrabbiata), Agheleh Shamsollah (secondina), Razeddin Sayyar (vecchio matto), Maydeh Gol (la nonna), Ghomri Valad Amir (donna con il burqua), Shah Mahmood Golbahari (venditore), Emameddin Vakil . (bigliettaio)

Soggetto

A Kabul due bambini, fratello sorella, vivono di espedienti insieme ad un cane randagio. Non avendo altro posto, la sera vanno a dormire nel carcere dove è rinchiusa la madre. La donna é stata denunciata dal marito, guerrigliero talebano, perché, credendolo morto in guerra, dopo cinque anni senza notizie si era risposata con un altro uomo. Un giorno però il secondino manda via i fratellini e aggiunge che non riaprirà più: il carcere non é un orfanotrofio e devono trovarsi un'altra sistemazione. I due ritengono che il carcere sia ancora il posto migliore e così cominciano a fare qualche furto per poter tornare con la mamma. Ma l'impresa di farsi arrestare si dimostra più difficile del previsto. Un ladruncolo gli suggerisce di andare al cinema per prendere qualche ispirazione. Il bambino compra un biglietto per vedere "Ladri di biciclette". Quando esce, ne ruba subito una. Viene finalmente arrestato, ma, in quanto maschio, rinchiuso in un'altra zona del carcere, lontano dalla mamma.

Valutazione Pastorale

Marziyeh Meshkini, la regista, é la moglie di Moshen Makhmalbaf, il più noto esponente del cinema iraniano. E' stata assistente della figlia Samira, a sua volta regista di titoli noti quali "La mela", "Lavagne", "Alle cinque della sera". Insomma non si può dire che il capostipite Mohsen si faccia scrupolo di far lavorare il proprio ristretto nucleo familiare. Qualcuno, malignando, dice che ognuno di loro gira in realtà sempre lo stesso film. Sulla vicenda di "Piccoli ladri" c'é poco da dire. Visto dalla parte dei bambini, il racconto diventa l'affresco di un Paese martoriato dalla guerra e penalizzato da uno sterminato e riarso geografico. A queste oggettive condizioni di difficoltà si aggiunge il duro retaggio di uno stato teocratico ostinato a mantenere leggi assurde e fuori dalla Storia. Ne esce un film certamente di denuncia, visto dal 'di dentro' e quindi più attendibile, e certo confezionato con quella bella forma che strizza l'occhio allo spettatore europeo. Apprendere poi che "Ladri di biciclette" viene proiettato in uno sperduto cinema iraniano mentre da noi é assente da decenni dalle sale, é cosa che fa piacere e che però conferma che in tutto il mondo l'Italia cinematografica é ferma agli anni Quaranta/Cinquanta (fino alla Dolce vita, poi...). Film comunque valido che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come accettabile, problematicom e adatto per dibattiti. UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e proposto per avviare riflessioni sulla situazione iraniana contemporanea. E anche nell'ambito del rapporto cinema/bambini.

Le altre valutazioni

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