QUO VADO?

Valutazione
Consigliabile, brillante
Tematica
Famiglia - genitori figli, Il comico, Lavoro
Genere
Commedia
Regia
Gennaro Nunziante
Durata
86'
Anno di uscita
2016
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Medusa in collaborazione con Mediaset Premium
Musiche
Luca Medici
Montaggio
Pietro Morana

Orig.: Italia (2016) - Sogg. e scenegg.: Luca Medici, Gennaro Nunziante - Fotogr.(Scope/a colori: Vittorio Omodei Zorini - Mus.: Luca Medici - Montagg.: Pietro Morana - Dur.: 86' - Produz.: Pietro Valsecchi per Taodue Film.

Interpreti e ruoli

Checco Zalone (Checco), Eleonora Giovanardi (Valeria), Sonia Bergamasco. (dott.ssa Sironi), Maurizio Micheli (Peppino), Ludovica Modugno (padre di Checco), Ninni Bruschetta (Caterina), Paolo Pierobon (madre di Checco), Azzurra Martino (ministro Magno), Lino Banfi (ricercatore scientifico), Azzurra Martino (fidanzata di Checco), Lino Banfi (senatore Bitetto)

Soggetto

Vicino ai 40 anni, Checco conduce in provincia la vita che aveva sempre sognato: a casa con i genitori, una eterna fidanzata per niente intenzionato a sposare, un lavoro sicuro all'ufficio provinciale caccia e pesca dove si limita a timbrare permessi e licenze. Ma un brutto giorno arriva l'abolizione delle Province. E ora che fare?...

Valutazione Pastorale

Era cominciata con "Cado dalle nubi" (2009). Poi "Che bella giornata" (2011), quindi "Sole a catinelle" (2013). Ciascuno sempre con incassi sempre più alti e 'personalizzati'. "Quo vado" esce il primo gennaio e in cinque giorni porta a casa oltre 20 milioni di euro. I biglietti certificano che il pubblico è andato a vedere il film, probabilmente perché desideroso di partecipare in prima persona ad un 'evento', di essere finalmente al centro di un momento importante, di contribuire a crearlo nella rotondità dei contorni numerici. Si è generato un passaparola al di là del necessario. Bisognava comunque essere presenti, cogliere la possibilità di far notare ad altri sfumature e battute colte solo di sfuggita. Forse il politicamente scorretto induce a stare ora da una parte ora dall'altra. E Zalone coautore del copione è bravo a fare prima l'antitaliano poi il nostalgico di costumi italici. Prima il campione del rispetto delle regole poi quello che incita a lasciare tutto all'arte di arrangiarsi. Si ride davanti allo schermo, perché fuori, nella vita vera, certe cose non si possono dire. E vanno bene i selvaggi africani che impongono la pena di bollire nel padellone; vanno bene tre figli con tre uomini diversi e tre differenti religioni. Va bene il ministro che prima condanna e poi promuove la funzionaria. E' un nuovo mondo, o è sempre lo stesso filtrato da una (forse)inedita faccia tosta? Come facevano (o provavano a fare) Toto, Macario, Franchi e Ingrassia, partendo dal comico e finendo per costeggiare il trash?. Il coatto, evitato, è tuttavia difficile da cancellare. Allora, che si rida pure, o meglio che si vada tutti verso la risata. Liberatoria o meno lo sapremo più avanti, quando l'abbuffata finisce e chi arriva dopo avrà forse meno da divertirsi. Forse il vero, piccolo passo in avanti è l'aver allargato i confini, geografici e non solo, di copioni a lungo immobili su linee bloccate. Nuovi spazi, dalla Norvegia all'Africa, e intorno una cornice di furba malleabilità. Cambieremo prima o poi? Chissà. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile e nell'insieme brillante.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in molte occasioni successive come ritratto controcorrente dell'Italia contemporanea.

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