Race for Glory. Audi vs Lancia

Valutazione
Consigliabile, Semplice, Adatto per dibattiti
Tematica
Amicizia, Denaro, Famiglia, Media, Metafore del nostro tempo, Politica-Società, Solidarietà, Sport, Storia
Genere
Avventuroso, Biografico, Drammatico, Sportivo
Regia
Stefano Mordini
Durata
107'
Anno di uscita
2024
Nazionalità
Italia, Regno Unito
Titolo Originale
Race for Glory. Audi vs Lancia
Distribuzione
Medusa
Soggetto e Sceneggiatura
Filippo Bologna, Stefano Mordini, Riccardo Scamarcio
Fotografia
Gigi Martinucci
Musiche
Andrea Venerus
Montaggio
Davide Minotti, Massimo Fiocchi
Produzione
Riccardo Scamarcio, Jeremy Thomas. Casa di produzione: Lebowski, Rai Cinema, Davis Film, MAS S.r.l.

Interpreti e ruoli

Riccardo Scamarcio (Cesare Fiorio), Daniel Bruhl (Roland Gumpert), Volker Bruch (Walter Röhrl), Katie Clarkson-Hill (Jane McCoy), Esther Garrel (Michèle Mouton), Giorgio Montanini (Ennio), Haley Bennett (Giornalista), Gianmaria Martini (Hannu Mikkola)

Soggetto

Italia 1983, il team Lancia guidato da Cesare Fiorio è a caccia della vittoria nel campionato di rally. I numeri sono tutti dalla parte della scuderia Audi, dove figura il team manager Roland Gumpert. Fiorio punta su una vettura leggera, che affida – con non poca astuzia – alla guida esperta del campione Walter Röhrl, refrattario alle corse e ritiratosi in campagna. Il campionato decolla tra avversità climatiche, testardaggine dei piloti, incidenti e gare mozzafiato…

Valutazione Pastorale

A firmare la regia è la mano esperta di Stefano Mordini – suoi “Acciaio” (2012) e “Pericle il nero” (2016) -, ma a ben vedere a imprimere una chiara impronta identitaria sul progetto è Riccardo Scamarcio. “Race for Glory. Audi vs Lancia” nasce infatti dal suo desiderio di raccontare la figura di Cesare Fiorio, ex pilota GT e direttore sportivo dei team Lancia e Fiat, che ha segnato la storia del rally italiano nel decennio ’80. Scamarcio si intesta il ruolo di Fiorio, ma si mette in campo anche come produttore (insieme a Jeremy Thomas) e sceneggiatore, un copione scritto con lo stesso Mordini e Filippo Bologna. Nel cast Volker Bruch, Daniel Brühl e Katie Clarkson-Hill. La storia. Italia 1983, il team Lancia guidato da Cesare Fiorio è a caccia della vittoria nel campionato di rally. I numeri sono tutti dalla parte della scuderia Audi, dove figura il team manager Roland Gumpert (Daniel Brühl). Fiorio punta su una vettura leggera, che affida – con non poca astuzia – alla guida esperta del campione Walter Röhrl (Volker Bruch), refrattario alle corse e ritiratosi in campagna. Il campionato decolla tra avversità climatiche, testardaggine dei piloti, incidenti e gare mozzafiato… Volevamo “rendere omaggio a uno sport epico come il rally (…). E per far ciò anche il linguaggio narrativo doveva assumersi dei rischi, allontanarsi dalla pulizia formale e patinata di molti film concepiti per le piattaforme e diventare un po’ ‘sporco’, ritrovare quell’adesione alla realtà, quell’azzardo e quella vitalità di un certo cinema militante degli anni ’70”. Sono le parole di Stefano Mordini, che aiutano da subito a mettere a fuoco perimetro del racconto e stile visivo. Mordini e Scamarcio costruiscono una narrazione che coniuga tensione sportiva, competizione e pathos con uno sguardo livido, anzi polveroso, con l’obiettivo di portare lo spettatore a bordo campo. “Race for Glory” esce in sala nella stessa stagione del kolossal “Ferrari” diretto da Michael Mann con Adam Driver, in gara a Venezia80. I due film hanno punti di tangenza ma anche chiare differenze. In entrambi funziona bene, e molto, la resa della gara, lo spazio dedicato all’adrenalina su strada. E se in “Ferrari” Mann concede poi ampio spazio alla biografia e psicologia di Enzo Ferrari, ai suoi tormenti esistenziali (lasciati però inspiegabilmente appesi sul finale), in “Race for Glory” Mordini punta tutto sull’impresa sportiva e produttiva di Fiorio. Il racconto si fa dunque epico e trascinante. Una buona proposta, senza eccessivi sussulti. Per gli amanti del genere, ma non solo. Consigliabile, semplice, per dibattiti.

Utilizzazione

Per la programmazione ordinaria e successive occasioni di dibattito.

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