Il documentario, in tre episodi, è disponibile su Netflix dal 27 dicembre 2023
Soggetto
La vita e i successi di Raffaella Pelloni, in arte Raffaella Carrà, attraverso le sue immagini più famose, il suo archivio provato e le testimonianze di chi l'ha conosciuta davvero.
Valutazione Pastorale
Affascina il documentario di Daniele Luchetti “Raffa. Il ritratto di un’icona senza tempo”, un omaggio a Raffaella Carrà distribuito prima nei cinema nel luglio 2023, nell’anniversario della sua scomparsa avvenuta il 5 luglio 2021, e quasi in prossimità del suo compleanno: il 18 giugno avrebbe compito 80 anni. L’opera viene poi rilasciata su Disney+ nel mese di dicembre 2023 nella formula della docuserie. A produrre “Raffa” è il gruppo Fremantle insieme alla piattaforma Disney+, la sceneggiatura è firmata da Cristiana Farina, Carlo Altinier, Barbara Boncompagni, Totò Coppolino e Salvo Guercio. La storia. Per raccontare la straordinaria vita di Raffaella Carrà il regista è partito dall’infanzia a Bellaria, dalla riviera romagnola, tra frammenti familiari e riferimenti culturali. Nel viaggio narrativo, lungo il binario cronologico, si ripercorrono gli esordi della giovane Raffaella Pelloni nella danza classica e poi come attrice a Roma, al Centro sperimentale di cinematografia. Il grande schermo la tiene a battesimo e tra i suoi lavori si ricorda soprattutto “Il colonnello Von Ryan” (1965) con Frank Sinatra. La carriera però esplode luminosa in Rai, grazie all’incontro con Gianni Boncompagni: lì nascono il nome d’arte, il mito di Raffaella Carrà e il ciclo di programmi cult come “Canzonissima”, “Milleluci”, “Pronto, Raffaella?” e “Carràmba! Che sorpresa”, condivisi anche con Sergio Japino. Oltre lo schermo, la Carrà ha venduto 60 milioni di dischi nel mondo… Punto di forza del doc-docuserie “Raffa” sono le immagini di repertorio dalle storiche trasmissioni; nel ricco paniere confluiscono anche filmati privati, legati alla riservatissima vita familiare, come pure i successi esteri. E il racconto della carriera internazionale della Carrà rappresenta uno dei guadagni del film: viene tratteggiato infatti il percorso che l’artista ha compiuto prima in Spagna, dove intercetta una voglia di libertà sul tramonto della dittatura franchista, poi in Nord Europa, America Latina e Stati Uniti. Una popolarità avvolgente e travolgente (che la spinge a ricorrere alle guardie del corpo), di cui però l’Italia sembra non accorgersi del tutto. Elemento di valore è la regia di Daniele Luchetti: l’autore (suoi “La Scuola”, “La nostra vita”, “Lacci” e “L’amica geniale. S3”) ha saputo governare la moltitudine di documenti audiovisivi disponibili insieme a testimonianze di amici e colleghi – tra i tanti Rosario Fiorello, Enzo Paolo Turchi, Bob Sinclar, Loretta Goggi, Tiziano Ferro e Marco Bellocchio –, componendo un racconto compatto, puntuale, dal ritmo coinvolgente. Luchetti offre una prospettiva “inedita” su Raffaella Pelloni-Carrà: tra i passaggi più vibranti il racconto del vuoto lasciato dalla figura paterna. Nell’insieme, la narrazione è colorata, pop, scandita da una girandola di brani popolarissimi. Nel film viene dato conto anche della sua dimensione estetica, la costruzione dell’immagine attraverso una precisa scelta dei costumi, come pure delle influenze esercitate su molti artisti e ambiti della società, tra i quali la comunità Lgbtqi+, che l’ha scelta come punto di riferimento. Il doc “Raffa” è un intenso e dettagliato omaggio a Raffaella Carrà, composto con originalità e sguardo acuto da un regista di talento, Luchetti, che non si è accontentato del “facile compilativo”. Consigliabile, problematico.