
Orig.: Danimarca (2008) - Sogg. e scenegg.: Thomas Vinterberg, Mogens Rukov, Morten Kaufmann - Fotogr.(Scope/a colori): Anthony Dod Mantle - Mus.: Johan Soderqvist - Montagg.: Soren B. Ebbe, Valdis Oskarsdottir - Dur.: 96' - Produz.: Morten Kaufmann.
Interpreti e ruoli
Oliver Moller Knauer (Sebastian), Thomas Bo Larsen (Karl Kristian Schmidt), Ronja Mannov Olesen (Maria), Helene Reingaard Neumann (Claudia), Morten Grunwald (il manager), Karen-Lise Mynster (la madre di Sebastian), Ulla Henningsen (zia Anna), Brigitte Christensen (Sarah Schmidt), Shanti Roney . (cuoco), Paw Henriksen (Peter), Salvatore Mastruzzo (assistente), Klaus Pagh (borgomastro), Said Milanpouri . (direttore d'orchestra)
Soggetto
C'è grande subbuglio in una cittadina danese. Per festeggiare i 750 anni dalla nascita é in arrivo una gloria locale, il famoso cantante d'opera Karl Kristian Schmidt. Nel miglior albergo fervono i preparativi per l'accoglienza. Tra il personale di cucina c'è il giovane cuoco Sebastian, destinato a sposarsi con Claudia con la quale vive. Di li a poco tuttavia due avvenimenti cambiano il corso delle cose. Dapprima il ragazzo incontra Maria, una coetanea sua amica nell'adolescenza, e i due si scoprono innamorati. Poi arriva la madre la quale, in modo assai brusco, dice a Sebastian che il cantante é suo padre. Nel frattempo, mentre il cuoco ha confessato il tradimento e Claudia lo ha cacciato di casa, Schmidt fa entrare Maria in camera sua come cameriera, e ha un rapporto con lei. Nel corso della cena ufficiale che segue al concerto, l'ospite apprende infine la vera identità di Sebastian e ne resta sconcertato. I due giovani decidono di andare via, verso Copenaghen per costruirsi un futuro. Sulla strada, Schimdt li ferma e fa in tempo a chiedere scusa e a riconciliarsi con il figlio.
Valutazione Pastorale
Con Vinterberg, a parte la parentesi pseudoamericana di "Dear Wendy" (2005), si era rimasti fermi a "Festen" (1998), grande successo europeo. "Questo -dice il regista- vuole ricominciare dove si era concluso il mio ultimo film danese (...) l'obiettivo é stato rifare 'Festen' in chiave di commedia, raccontando i conflitti interni a una famiglia in modo divertente...". Ne esce un racconto diviso in due. Ad una prima parte nervosa e tesa, che Vinterberg 'guarda' alla maniera dell'antico Dogma (macchina a mano, stacchi rapidi, montaggio schizofrenico) ne succede una seconda più calma e rasserenata, quasi la presa d'atto della necessità di pacificarsi. Beninteso, la famiglia resta il consueto nido di vipere, luogo di scontri e di malcontenti, ma qui la 'scoperta' del figlio e il nuovo rapporto che si apre tra i due sembrano aprire timidi spiragli di comprensione. Quando partono le note de "La traviata", si entra in un melò limpido e diretto. Poco realismo, molta favola, climi da nordeuropa dove l'emozione ha scarso domicilio. Ma un quadro d'insieme con qualche palpito. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come complesso e nell'insieme problematico.
Utilizzazione
Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria con attenzione per minori e piccoli. Stessa cura é da tenere in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.