SANGUE VIVO

Valutazione
Accettabile-riserve, realistico
Tematica
Famiglia, Lavoro, Mafia, Rapporto tra culture
Genere
Drammatico
Regia
Edoardo Winspeare
Durata
95'
Anno di uscita
2000
Nazionalità
Italia
Distribuzione
Mikado Film in collaborazione con Pablo
Musiche
Gruppo Zoe'
Montaggio
Luca Benedetti

Orig.: Italia (2000) - Sogg. e scenegg.: Giorgia Cecere, Edoardo Winspeare - Fotogr.(Panoramica/a colori): Paolo Carnera - Mus.: Gruppo Zoe' - Montagg.: Luca Benedetti - Dur.: 95' - Produz.: Sidecar Films & Tv.

Interpreti e ruoli

Pino Zimba (Pino Zimba), Lamberto Probo (Donato), Claudio Giangreco (Giovanni), Alessandro Valenti (Luigi), Ivan Verardo (Biagio), Lucia Chiuri (Ada), Addolorata Turco (madre di Pino), Morena Mighali (Morena), Edoardo D'Ambrosio (Edoardo), Anna Dimitri (Maria), Cinzia Marzo . (Teresa)

Soggetto

Nella provincia di Lecce, due fratelli: Pino, cinquant'anni, contrabbandiere, e Donato, trenta, musicista senza lavoro. La morte del padre é l'oscuro dolore che li tormenta: un incidente del tutto casuale ma del quale Pino si sente responsabile e a causa del quale Donato rifiuta di parlare con il fratello. Pino si arrangia con le sigarette, l'immigrazione clandestina di albanesi e altri lavoretti. In questo modo mantiene tutti quelli che lo circondano: moglie, figli, la vecchia madre, un'altra donna e Donato. Il suo sogno è quello di riuscire a mettere a frutto il talento musicale suo e del fratello per fare spettacoli e allontanare la presenza di malviventi e spacciatori. Ma Donato é debole e si rifiuta di suonare. Nè la madre, né Teresa, la sua ragazza, riescono a motivarlo. Non ci riesce nemmeno Maria, la sorella, che é riuscita ad ottenere l'attenzione di un manager musicale per la band di Pino. Mentre Pino si esibisce con successo, Donato ricade nell'eroina e si fa coinvolgere in una rapina che lo fa diventare bersaglio della mafia locale. A questo punto Pino capisce che è necessaria ua reazione estrema. Da un ulteriore viaggio a Valona porta una ragazza che é minorenne, si rifiuta di consegnarla e la fa tornare indietro. La mafia deve punirlo: un ragazzo gli spara e lo uccide. Anche Giovanni, il malavitoso, é colpito a morte. Ora Donato sa che deve cambiare vita e reagire.

Valutazione Pastorale

Anche se il cognome suggerirebbe altre origini, il regista Winspeare é italiano: vive da sempre nel Salento e, dopo documentari e cortometraggi, ha diretto nel 1996 il suo primo film, "Pizzicata". La 'Pizzica', che ritorna anche in questo film, é il nome che indica il ballo del Salento, un ritmo ossessivo ottenuto con i tamburelli che viene eseguito quasi per ammansire la forza oscura che certe persone di quei luoghi hanno nel sangue. La forza non passa ma per loro, finché la musica dura, sembra possibile arrivare ad un forma di perdono verso la vita. In questa prospettiva il regista ha spiegato il taglio narrativo scelto: utilizzando attori non professionisti e andando a girare dal vivo sui luoghi salentini, Winspeare ottiene risultati di innegabile suggestione sul piano visivo.Dallo scontro tra il carattere chiuso delle persone e una natura aspra nasce uno spartito drammaturgico che rimanda alla tragedia greca: si combatte contro dolori ancestrali, nemici invisibili antichi e mai compresi. La rappresentazione é asciutta e bruciante. Emerge certo qualche disappunto nell'osservare una fetta d'Italia che, alle soglie del Terzo Millennio, è ancora preda di un fatalismo stordente, di una mancanza di reazione che significa cedimento ai disvalori della droga e della delinquenza. Dal punto di vista pastorale, segnalata qualche riserva per alcuni passaggi in cui fanno capolino un po' di stereotipi e di maniera, il film è da valutare come positivo nel suo prevalente tono di denuncia di situazioni realistiche. UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e da proporre come occasione per riflettere su alcuni aspetti, drammatici e importanti, dell'Italia che si affaccia al Duemila.

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