Santocielo

Valutazione
Complesso, superficiale, Adatto per dibattiti
Tematica
Amicizia, Amore-Sentimenti, Anziani, Dialogo, Donna, Famiglia, Famiglia - genitori figli, Fede, Il comico, Matrimonio - coppia, Media, Metafore del nostro tempo, Politica-Società, Scuola, Tematiche religiose
Genere
Commedia, Fantastico, Farsesco
Regia
Francesco Amato
Durata
120'
Anno di uscita
2023
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
Santocielo
Distribuzione
Medusa Film
Soggetto e Sceneggiatura
Salvo Ficarra, Valentino Picone, Francesco Amato, Davide Lantieri, Fabrizio Testini
Fotografia
Gherardo Gossi
Musiche
Andrea Farri
Montaggio
Claudio Di Mauro
Produzione
Attilio De Razza. Casa di produzione: Trump Limited, Medusa Film

Interpreti e ruoli

Salvo Ficarra (Nicola), Valentino Picone (Aristide), Barbara Ronchi (Giovanna), Maria Chiara Giannetta (Suor Luisa), Giovanni Storti (Dio)

Soggetto

C’è malcontento in Paradiso perché l’umanità sulla Terra è difficile, crudele e problematica. Dinanzi alla prospettiva di un secondo Diluvio, alla fine si opta per l’invio di un nuovo Messia. Ad annunciarlo si offre volontario l’angelo Aristide. Una volta in Sicilia, a causa di una serie di imprevisti, l’angelo si sbaglia e invece di avvicinarsi alla donna indicata dal Cielo finisce per affidare la gravidanza a un uomo: a portare in grembo il futuro Messia sarà Nicola Balistreri, un professore di matematica pieno di pregiudizi, soprattutto verso le donne…

Valutazione Pastorale

Dopo il successo di critica e pubblico con “Il primo Natale” nel 2019, il duo artistico Salvo Ficarra e Valentino Picone torna a confrontarsi con i temi della religione e della fede in un’altra commedia pensata per il periodo natalizio. È “Santocielo”, film diretto da Francesco Amato – sua la regia della serie “Imma Tataranni” (dal 2019) e del film “18 regali” (2020) –, una produzione Tramp Limited e Medusa Film, che distribuirà in circa 600 copie. Ficarra e Picone, oltre a esserne i protagonisti, figurano anche tra gli autori della sceneggiatura. La storia. C’è malcontento in Paradiso perché l’umanità sulla Terra è difficile, crudele e problematica. Dinanzi alla prospettiva di un secondo Diluvio, alla fine si opta per l’invio di un nuovo Messia. Ad annunciarlo si offre volontario l’angelo Aristide (Picone). Una volta in Sicilia, a causa di una serie di imprevisti, l’angelo si sbaglia e invece di avvicinarsi alla donna indicata dal Cielo finisce per affidare la gravidanza a un uomo: a portare in grembo il futuro Messia sarà Nicola Balistreri (Ficarra), un professore di matematica pieno di pregiudizi, soprattutto verso le donne… Gli autori sono partiti con l’idea di realizzare un film sugli angeli. Un espediente narrativo che li ha portati poi a mettere a tema il racconto di un’umanità problematica, caotica e quasi fuori controllo, di cui Dio – interpretato da Giovanni Storti, del trio Aldo, Giovanni e Giacomo – appare ormai stanco e rassegnato. Un nuovo Messia sembra essere un’ultima possibilità, che però un angelo maldestro e “carrierista” consegna in grembo a un uomo infelice (appena mollato dalla moglie) e intransigente, sia verso le donne sia verso i suoi alunni a scuola. Nel film vengono messi a tema soprattutto i rapporti uomo-donna, le relazioni sentimentali, la dimensione familiare, con le sue diverse sfumature e richieste di riconoscimento, sino allo sguardo degli anziani. Sul tema della gravidanza al maschile, Ficarra e Picone insieme al regista Amato hanno precisato che si tratta di una soluzione narrativa per avanzare una riflessione altra, più generale sulla società odierna, tracciando una differenza da altri titoli simili come la commedia statunitense “Junior” (1994) di Ivan Reitman con Arnold Schwarzenegger. Al di là della componente di provocazione di impianto comico sui temi della famiglia e della religione, a sollevare delle perplessità su “Santocielo” è soprattutto la scrittura, il modo in cui tali tematiche vengono gestite e declinate in un film di 120 minuti. Se la partenza è nel segno dell’umorismo scoppiettante, poi l’andamento del racconto rischia di impantanarsi in una storia stiracchiata poco convincente e senza una chiara traiettoria. Il problema, nel film, è la sequela di stereotipi disseminati qua e là con poco controllo e originalità, che banalizzano il tema affrontato. Nel corso della conferenza stampa sono stati citati autori hollywoodiani come Mel Brooks, Billy Wilder o Woody Allen, ricordandone la carica ironica con cui hanno affrontato la religione (nella prospettiva ebraica) nei loro film. Con uno sguardo poi alla storia del cinema, certo si possono ricordare anche i Monty Python e il loro “Brian di Nazareth” (1979). Ficarra e Picone, con il regista Amato, provano a muoversi lungo lo stesso binario comico, con un risultato nell’insieme poco efficace. “Santocielo” è un film che vorrebbe fare dell’umorismo irriverente ma comunque gentile, non stonato, senza forzare troppo la mano; tale soluzione conduce a un approdo incerto. Ancora, il racconto si sovraccarica qua e là di suggestioni e tematiche eccessive, al punto da perdere un po’ la bussola narrativa. Certo, va ricordato che Ficarra e Picone sono sempre interpreti abili e acuti, forti di una lunga e solida carriera, capaci di compensare le debolezze di un copione e di rendere brillante anche una storia claudicante, che più che di religioso sa di fantastico. Complesso, superficiale-brillante, per dibattiti.

Utilizzazione

Nell'ambito della programmazione ordinaria, per una corretta gestioni dei temi e del linguaggio in campo, il film è indicato per un pubblico adulto o di adolescenti.

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