SECONDA PELLE

Valutazione
Inaccettabile, negativo
Tematica
Matrimonio - coppia, Omosessualità
Genere
Drammatico
Regia
Gerardo Vera
Durata
106'
Anno di uscita
2000
Nazionalità
Spagna
Titolo Originale
Segunda piel
Distribuzione
Key Films
Soggetto e Sceneggiatura
Angeles Gonzales da un'idea di Gerardo Vera
Musiche
Roque Banos
Montaggio
Nicolas Wenthwoth

Orig.: Spagna (1999) - Sogg.: da un'idea di Gerardo Vera - Scenegg.: Angeles Gonzales-Sinde - Fotogr.(Scope/a colori): Julio Madurga - Mus.: Roque Banos - Montagg.: Nicolas Wenthwoth - Dur.: 106' - Produz.: Andrés Vicente Gomez per Lolafilms - VIETATO AI MINORI DI 14 ANNI.

Interpreti e ruoli

Jordi Molla (Alberto), Ariadna Gil (Elena), Javier Bardem (Diego), Cecilia Roth (Eva)

Soggetto

Il matrimonio tra Alberto e Elena è da qualche tempo in crisi. Lui, ingegnere aeronautico, si mostra svagato e distratto. Lei un giorno trova alcune strane ricevute della lavanderia e gli chiede chi é l'altra. Alberto in realtà ha un rapporto con Diego, chirurgo ortopedico. Quando quest'ultimo parte per un convegno, Alberto lo segue e in quella occasione vive con maggior forza la duplicità dei propri sentimenti. Attraverso i messaggi sul cellulare, Elena scopre la situazione. Infuriata, lascia la casa e va dalla madre, poi passa una notte con un collega di lavoro. Alberto allora cerca di recuperare, va da lei, dice che è stato tutto un errore e che non si ripeterà. Tempo dopo, Diego va a trovare Alberto sul posto di lavoro e, dopo qualche screzio, i due hanno nuovi rapporti. Alberto però non sopporta la lontananza di moglie e figlio. Così più tardi litiga di nuovo con Diego, scappa, sale sulla moto, ha un incidente e muore. Al funerale, Elena e Diego fanno conoscenza, Diego va a casa di lei, parlano e si spiegano. Poi escono insieme,e Diego accompagna Elena che va a scuola a prendere il figlioletto.

Valutazione Pastorale

La definizione più appropriata è quella di film mancato, come sembra capitare alla maggior parte delle storie che mettono in campo problemi di crisi matrimoniale e di identità sessuale. Il cinema spagnolo poi, condizionato dal 'modello' Almodovar, propone ormai solo vicende stereotipate e ripetitive. Anche in questa occasione ci si muove tra un finto realismo di facciata e un prevalente tono melodrammatico con spunti che vorrebbero essere da commedia brillante e poi finiscono in dramma. Una bella confusione quindi, un misto di suggestioni appena abbozzate e che vengono di gran lunga scavalcate dagli aspetti erotici (e voyeuristici per lo spettatore) dedicati al rapporto tra i due. Il racconto è attraversato da quella specie di 'normalità' che fa passare tutto per plausibile e possibile: un'arrabbiatura, uno sfogo, una lacrima, un morto, e poi via si ricomincia, come se niente fosse. Risolvendosi quindi nell'unica intenzione di legittimare le situazioni descritte e anzi di promuoverle, il film é limitato e fastidioso, e in ultima analisi si chiude alla possibilità di essere occasione per affrontare i problemi trattati. Dal punto di vista pastorale, la bassezza morale, la mancanza di speranza della vicenda rendono il film inaccettabile, e complessivamente negativo. UTILIZZAZIONE: il film é da escludere sia dalla programmazione ordinaria sia da altre occasioni.

Le altre valutazioni

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