Orig.: Italia (2010) - Sogg.: Giovanni Albanese, Erminio Perocco - Scenegg.: Fabio Bonifaci, Giovanni Albanese - Fotogr.(Panoramica/a colori): Ramiro Civita - Mus.: Mauro Pagani - Montagg.: Carlotta Cristiani - Dur.: 90' - Produz.: Lionello Cerri per Lumière & Co., RAI Cinema.
Interpreti e ruoli
Vincenzo Salemme (Enzo Gesumunno), Giuseppe Battiston (Carmine Bandiera), Donatella Finocchiaro (Aurora ), Hassani Shapi (Bandula), Giulio Beranek (Marcellino), Ernesto Mahieux . (Elio), Ninni Bruschetta (Ciccio Rizzuto), Mariolina De Fano (la mamma di Carmine e Marcellino), Paolo Sassanelli (Alfonso Tammaro), Sonia Bergamasco. (Giulia Manna), Chiara Torelli (Angelique), Elena Cantarone (Eva), Daniele Esposito . (vigilantes all'asta)
Soggetto
Appena licenziati in seguito al passaggio dallo stoccaggio manuale ad uno meccanizzato, tre operai (Enzo, Carmine, l'indiano Bandula) ricevono dallo stesso Pastificio Tammaro la proposta di fare in nero i custodi ad un magazzino di opere d'arte acquistato dal titolare Alfonso. Le sculture e i dipinti che i tre si trovano di fronte risultano a loro così incomprensibili da suscitare ilarità. Che diventa però sospresa quando ne apprendono il valore economico. Concepiscono allora il piano di rifare quelle opere e venderle in proprio. La cosa sembra andare a buon fine. Fino a quando, per una serie di equivoci, il gruppetto capisce che è il momento di smettere e non approfittare più di tanto di casi fin troppo fortuiti...
Valutazione Pastorale
"L'idea del film - dice Albanese- nasce dal cortocircuito tra due mondi all'opposto: la dura realtà degli operai di un pastificio salentino, e l'elitario mondo dell'arte contemporanea italiana e internazionale (...); vado a vedere cosa può succedere quando il basso incontra l'alto, quando due mondi così opposti entrano in rotta di collisione. (...)". Il territorio dello scontro è quello della commedia all'italiana, ossia quell'impasto di ironia e serietà che sfocia nel tragicomico. I richiami a titoli 'storici' sono molti, e il citazionismo diventa anche qui un'arma a doppio taglio, provoca divertimento, induce al già visto. Assicurata, anche grazie a interpreti di bella disinvoltura,la simpatia generale del prodotto, il racconto sembra però talvolta adagiarsi su se stesso, un po' frenato nell'azione, un po' incerto nello svolgersi delle situazioni (chi compra, chi vende, chi ha capito, chi è ingannato ?). Finisce che non si parla a fondo nè del problema degli operai nè di quello di un'arte fine a se stessa. Dal punto di vista pastorale, il film è comunque da valutare come consigliabile e nell'insieme semplice.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria come prodotto italiano di immediata fruizione.