SHE-DEVIL – LEI, IL DIAVOLO *

Valutazione
Discutibile, Scabrosità
Tematica
Genere
Grottesco
Regia
Susan Seidelman
Durata
102'
Anno di uscita
1990
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
SHE-DEVIL
Distribuzione
C.D.I.
Soggetto e Sceneggiatura
Barry Strugatz, Mark R. Bums dal romanzo "The life and loves of a She
Musiche
Moward Shore
Montaggio
Craif Mlkay

Sogg.: dal romanzo "The life and loves of a She-Devil" di Fay Weldon - Scenegg.: Barry Strugatz, Mark R. Bums - Fotogr. (panoramica/a colori) Oliver Stapleton - Mus.: Moward Shore - Montagg.: Craif Mlkay - Dur.: 102' - Produz.: Jonathan Brett, Susan Seidelman

Interpreti e ruoli

Meryl Streep (Mary Fisher), Roseanne Barr (Ruth Patchett), Ed Begley jr. (Bob Patchett), Sylvia Miles (Signora Fisher), Linda Hunt (Hooper), A. Martinez (Garcia), Elisabeth Peters, Bryan Larkin, Maria Pitillo

Soggetto

Ruth Patchett, una quarantenne inetta e corpulenta casalinga con una gigantesca verruca sul labbro superiore, sposata con Bob, un ambizioso commer-cialista, e madre di due figli, Andy e Nicolette, conduce una scialba esistenza in u-na casa nella periferia di New York. Partecipando ad un ricevimento, Ruth malde-stramente rovescia il suo cocktail sul vestito di Mary Fisher, una affascinante au-trice di pruriginosi romanzi: Bob approfitta dell'opportunità per accompagnare a casa la donna che lo ricompensa con una notte di frenetico amore. Offesa per que-sto tradimento, Ruth mette in atto certe "diaboliche" iniziative: dà fuoco al foco-lare domestico; porta i due figli nella residenza della Fisher, con sgomento del fe-digrafo (trovato in piscina) e disperazione di Mary. Indi, assunta come aiuto in un ospizio per agiate signore anziane, ne sconvolge i metodi terapeutici (a base di tranquillanti, mentre lei propina vitamine), organizzando le ricoverate per partite di calcio e poi abbandonando la clinica insieme alla Hooper, una infermiera nana, che l'ha presa a ben volere, non prima di aver rimesso in sesto e in libertà la signo-ra Fisher madre, che piomba in casa di Mary per installarvisi e farsi intervistare con delicatissime rivelazioni sul conto della scrittrice. Sempre energica e fertile di idee, Ruth apre, grazie ai rispanni della amica e con l'aiuto di questa, un ufficio di avviamento al lavoro per donne sole e represse, che diventa frequentatissimo. Una di queste giovanissime, Ruth riesce a sistemarla come segretaria del marito e quel-la diventata subito una "tuttofare" seduce Bob che, per i maneggi della ra-gazza in combutta con la scatenata consorte, finisce con l'essere arrestato dagli a-genti del Fisco durante un party a villa Fisher, per pasticci bancari in danno di vari clienti. Bob, oltre una grossa ammenda, deve scontare 18 mesi di prigione. Quando ne esce trova la moglie – tra l'altro ora molto meno sciatta e più vispa di prima – ad attenderlo con i figli. La fatua Mary dà un cambiamento alla sua vita e comincia a scrivere libri impegnati, pensando un po' più alla vecchia madre. Ognuno, in definitiva, ha imparato qualcosa.

Valutazione Pastorale

senz'altro una amena, briosa commedia con tutti gli attributi del grottesco, di solida sceneggiatura e di facile lettura, ovviamente condotta sul filo di un femminismo non esagitato, ma convinto, a tratti un pò acre. Niente manifesti, né proclami, tuttavia, solo allusioni precise, graffianti battute e diaboliche invenzioni, trattate con astuzia elaborando un cinema al femminile allegro e divertente, che sposa il paradossale al realismo e approda a risultati sempre notevoli. Quello di Meryl Streep (la scrittrice) e di Roseanne Barr (la casalinga) è un bel duo: tutta latte e miele e color rosa l'altra, fatua come i romanzi, piena di smancerie e leziosità a mascherare all'occorrenza unghiate feroci pur di emergere nella sua carriera, laddove Ruth la rivale è anonima e spenta, brutta e pasticciona, ma energica e cocciuta nello scoprirsi, con il tradimento del coniuge, diritti e prospettive sconosciute. La storia è raccontata più che bene e si avvale della prestazione eccezionale di una Streep in gran forma, patinata nella facciata, languorosa e isterica come lo esigono le sue eroine, oltre che della simpatia e umanità che la Barr conferisce a Ruth, malgrado la grinta che nasce e si consolida da una innegabile repressione. Tutti hanno vinto, pagato e comunque compreso qualcosa: dal fatuo Bob, alla infermiera nana, dalle rivitalizzate signore anziane dell'ospizio, alla bellissima Mary, alla coraggiosa e debordante Ruth Patchett. Un cenno meritano la partitura musicale a parte il consueto collage di note canzoni là dove sottolinea con indovinate sferzate sonore le diavolerie meditate e messe in opera, nonché il doppiaggio di Meryl Streep, che la rende caricata sospirosa o stridula, con venature e lampi gustosissimi.

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