Il film è in distribuzione sulla piattaforma NowTv-Sky
Interpreti e ruoli
Francois Civil (Rémy), Ana Girardot (Mélanie), François Berlèand (psicologo di Rémy), Camille Cottin . (psicologa di Mélanie), Simon Abkarian (il negoziante Mansour)
Soggetto
Parigi, oggi. Rémy e Mélanie sono due trentenni che vivono con affanno una condizione ancora di incertezza professionale e relazionale. Entrambi provano a mettersi in gioco su diversi fronti, scoprendo molti tratti in comune... senza essersi mai davvero incontrarti.
Valutazione Pastorale
Il regista-sceneggiatore Cédric Klapisch ha trovato grande popolarità nel 2002 con “L’appartamento spagnolo” (“L’auberge espagnole”, 2002) dedicato ai giovani del progetto Erasmus. Con il suo nuovo film “Someone, Somewhere” (“Deux Moi”, 2019), che dall’inizio del 2021 figura sulla library di Sky-NowTv, torna a raccontare i sogni e le incertezze di giovani non più giovanissimi. Il target di osservazione sono infatti i trentenni, che pur vivendo in una grande metropoli si sentono dispersi, deragliati. La storia: nella periferia di Parigi, in due edifici confinanti, troviamo Rémy (François Civil) e Mélanie (Ana Girardot): lui è un ragazzo educato e dallo stile di vita semplice, modesto, lavorando senza troppo slancio nel settore della logistica; lei è ugualmente gentile e con una routine di vita molto regolare, ricercatrice nel campo medico-oncologico. Rémy e Mélanie sono però profondamente infelici: nella grande città si sentono tagliati fuori, passano le notti insonni assaliti dall’ansia per un’esistenza che non gira come dovrebbe; le relazioni, poi, sono un capitolo ancor più complesso, segnate da delusioni a ripetizione. Entrambi frequentano un terapista, provando a ricentrare la propria vita. I loro percorsi sono simili, spesso siedono pure accanto nello stesso vagone della metro, ma non riescono a incrociare mai lo sguardo… Il regista Klapisch scrive e dirige un’altra efficace istantanea-indagine sulla società odierna, mettendo a fuoco i giovani di oggi, apparentemente appagati ma di fatto insidiati da fragilità sotterranee. Il racconto è interessante e di certo acuto, ma non sempre del tutto riuscito; alcuni passaggi risentono infatti di lungaggini che appesantiscono la fluidità della narrazione. Nel complesso il film è valido e realistico, e dal punto di vista pastorale “Someone, Somewhere” è da valutare come consigliabile, problematico e per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni di dibattito sulla condizione dei trentenni di oggi, tra problemi nel lavoro, nella costruzioni dei legami e nella gestione delle aspettative sociali-familiari.