
Orig.: Francia (2007) - Sogg.: tratto dal libro omonimo di Misha Defonseca, pseudonimo di Monique DeWael - Scenegg.: Vera Belmont - Fotogr.(Scope/a colori): Pierre Cottereau - Mus.: Emilie Simon - Montagg.: Martine Giordano - Dur.: 118' - Produz.: Vera Belmont.
Interpreti e ruoli
Mathilde Goffart (Misha), Benno Furmann (Reuven), Marie Kremer (Janine), Guy Bedos (Jean), Michele Bernier (Marthe), Franck de la Personne (sig. Valle), Anne-Marie Philipe . (sig.ra Valle), Paul Emile Petre (Leopold), Yael Abecassis (Gerusha)
Soggetto
Belgio, 1942. Nel momento più cupo delle persecuzioni naziste, i suoi genitori vengono arrestati e Misha, 7 anni, si trova a vivere con estranei. Quando pensa che potrebbe in qualche modo raggiungerli, Misha scappa e si mette in viaggio verso l'Europa dell'Est. Nei boschi, col gelo dell'inverno, la sua unica compagnia é rappresentata dai lupi. Misha arriva in Ucraina, e da qui torna indietro in Belgio. Non ritrova i genitori, ma si lascia alle spalle una devastante esperienza di vita.
Valutazione Pastorale
All'origine c'é il libro omonimo scritto da Misha Defonseca, alias Monique De Wael, diventato un bestseller anche perché dichiarato autobiografico. In occasione dell'uscita del film, la De Wael ha rivelato che non è vero niente, é tutto inventato, la vicenda non é mai accaduta. A questo punto molto si ribalta, non c'è realtà, non c'è cronaca, non c'è simbolismo. Dopo un buon inizio, tutta la vicenda diventa talmente incredibile da svuotare ogni situazione del pathos faticosamente costruito. Può succedere che una bambina di 7 anni resista così a lungo in quel clima senza mangiare e senza abiti adeguati? Il rapporto con i lupi può andare avanti così equilibrato e scambievole ? E la descrizione di momenti tanto tragici può essere sottoposta a variabili da scherzo ? Non resta che prendere l'insieme come una favola su un vissuto altamente drammatico, ossis Micha come 'esempio' delle sofferenze dei bambini nelloscenario degradante della guerra. Restano comunque alcune perplessità, e il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come discutibile e velleitario nell'ottica della scarsa compattezza del copione.
Utilizzazione
Il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, ben tenendo presente quando detto sopra sulla 'finta' verità del racconto.