SORELLE MAI

Valutazione
Complesso, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Cinema nel cinema, Famiglia, Lavoro, Storia
Genere
Drammatico
Regia
Marco Bellocchio
Durata
105'
Anno di uscita
2011
Nazionalità
Italia
Distribuzione
Teodora Film
Musiche
Carlo Crivelli, Enrico Pesce
Montaggio
Francesca Calvelli con la collaborazione di Claudio Misantoni e di Stefano Mariotti per il 2005

Orig.: Italia (2010) - Sogg. e scenegg.: Marco Bellocchio - Fotogr.(Panoramica/a colori): Marco Sgorbati, Gian Paolo Conti (episodio del 1999) - Mus.: Carlo Crivelli, Enrico Pesce - Montagg.: Francesca Calvelli con la collaborazione di Claudio Misantoni e di Stefano Mariotti per il 2005 - Dur.: 105' - Produz.: Kavac Film, Fare Cinema 1999 2004 2005 2006 2007 2008, provincia di Piacenza, comune di Bobbio, RAI Cinema.

Interpreti e ruoli

Pier Giorgio Bellocchio. (Giorgio), Elena Bellocchio (Elena), Donatella Finocchiaro (Sara), Letizia Bellocchio e Maria Luisa Bellocchio (le zie di Sara e Giorgio), Gianni Schicchi Gabrieli (Gianni), Alba Rohrwacher (professoressa), Valentina Bardi (Irene), Silvia Ferretti (Silvia), Irene Baratta (professoressa), Alberto Bellocchio (preside), Anna Bianchi . (professoressa)

Soggetto

Tra il 1999 e il 2008, ecco Elena, la sua crescita dai 5 ai 13 anni, ecco sua madre Sara, sorella di Giorgio. Elena vive con le zie a Bobbio, perchè la madre fa l'attrice e trascorre molto tempo a Milano. Un giorno Sara decide che la figlia debba andare a vivere con lei a Milano. Il distacco è molto difficile, ma del resto anche quella villa di famiglia forse è destinata alla vendita.

Valutazione Pastorale

Va detto che il film è costituito da sei episodi di una stessa storia, girati nell'arco di sei anni, appunto tra il 1999 e il 2008, dai partecipanti ai corsi di regia tenuti da Bellocchio nella scuola fondata a Bobbio (Piacenza), cittadina natale del regista. Si tratta dunque di un esperimento anomalo e curioso. Libero da precisi schemi temporali, il regista emiliano dà libero spazio ad uno sguardo mutevole e frazionato. In più momenti i risultati (visivi, cromatici, drammaturgici) sono convincenti, almeno fino a quando sulla ricerca di autenticità non prevale l'urgenza accademica, il fluire cattedratico di temi e personaggi. Qui la regia (nell'episodio dei professori in fase di valutazione degli alunni) cade in una sorta di laboratorio a tesi che toglie molto del respiro libero della narrazione. L'elaborazione didascalica prevale sull'ispirazione, mettendo a nudo alcuni limiti già noti del regista, a proposito di vita, famiglia, speranza. Resta un prodotto originale che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come compelsso, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

più che nella programamzione rodinaria, il film si indirizza per occasioni mirate (cineforum, d'essai e altri) per avviare riflesioni sui molti spunti che propone. (Anche il modo di 'fare cinema').

Le altre valutazioni

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