Interpreti e ruoli
Kris Hitchen (Ricky), Debbie Honeywood (Abbie), Rhys Stone (Seb), Katie Proctor (Liza Jane)
Soggetto
Ricky e Abbie sono sposati da molti anni e con due figli, l’adolescente Seb e l’undicenne Liza Jane. Abbie fa l’infermiera a domicilio per anziani e viene pagata in base ai pazienti che visita nella giornata lavorativa, spesso oltre le 12 ore. Ricky ha perso più volte il lavoro per la crisi e si è reinventato fattorino nel commercio online; per far questo, si è dovuto procurare un furgone indebitandosi pericolosamente…
Valutazione Pastorale
“Sorry We Missed You” del regista inglese Ken Loach è un potente e impietoso sguardo sulla realtà lavorativa odierna che si ricollega magistralmente alla filmografia di grande impegno civile dell’autore ultraottantenne. Tra i suoi titoli più acclamati: "Piovono pietre" (1993), "Terra e libertà" (1995), "My Name Is Joe" (1998), "Bread and Roses" (2000), "Il vento che accarezza l'erba" (2006, Palma d'oro a Cannes), "La parte degli angeli" (2012) e "Io, Daniel Blake" (2016, Palma d'oro a Cannes). Quando nel 2016 Loach ha vinto per la seconda volta la Palma d’oro al Festival di Cannes con “Io, Daniel Blake”, lacerante e commovente parabola degli ultimi, in molti hanno pensato a un film di congedo dallo schermo, a un film-testamento. Ecco invece Loach sorprenderci ancora una volta con il bellissimo, durissimo, “Sorry We Missed You”, con cui osserva la realtà sempre dal basso, dando voce a quanti vivono sul crinale della povertà. A New Castle Ricky e Abbie, sposati da anni e con due figli, vivono schiacciati da due lavori usuranti e precari. Fanno sacrifici al limite delle proprie forze, stramazzando sul divano a fine giornata, storditi dalla fatica; e intanto i figli crescono, lontani dai loro occhi. Ma come addossargli colpa? Il film ci mostra una lotta di poveri e tra poveri, che arrancano disperatamente per uscire dal cono buio della crisi. “Sorry We Missed You” potrebbe essere definito tranquillamente come un “Ladri di biciclette” degli anni 2020. Ancora una volta, dunque, Ken Loach picchia duro, realizzando un film intenso e compatto, che aggancia lo spettatore grazie alla presa di forte realismo. Una narrazione dove la brutale realtà sottrae la scena alla poesia, lasciando nello spettatore una cocente riflessione e un cuore gonfio di emozioni. Dal punto di vista pastorale il film è da valutare come raccomandabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni per dibattiti e approfondimenti sulla società odierna, sulla precarizzazione del lavoro e l'impatto sul tessuto familiare.