SPLICE

Valutazione
Non utilizzabile, Sconsigliato, farneticante
Tematica
Biogenetica, Fantascienza, Male
Genere
Fantascienza
Regia
Vincenzo Natali
Durata
104'
Anno di uscita
2010
Nazionalità
Canada, Francia, Stati Uniti
Distribuzione
Videa/CDE
Soggetto e Sceneggiatura
Vincenzo Natali, Antoinette Terry Bryant, Doug Taylor Vincenzo Natali, Antoinette Terry Bryant
Musiche
Cyrille Aufort
Montaggio
Michele Conroy

Orig.: Canada/Stati Uniti/Francia (2009) - Sogg.: Vincenzo Natali, Antoinette Terry Bryant - Scenegg.: Vincenzo Natali, Antoinette Terry Bryant, Doug Taylor - Fotogr.(Panoramica/a colori): Tetsuo Nagata - Mus.: Cyrille Aufort - Montagg.: Michele Conroy - Dur.: 104' - Produz.: Steven Hoban.

Interpreti e ruoli

Adrien Brody (Clive Nicoli), Sarah Polley (Elsa Kast), Delphine Chanéac (Dren), Brandon McGibbon (Gavin Nicoli), Simona Maicanescu (Joan Chorot), David Hewlett (William Barlow), Amanda Brugel . (Melinda Finch)

Soggetto

Con l'intento di sperimentare nuove strade della genetica, Clive e Elsa, due ambiziosi scienziati, decidono di mescolare DNA umano e animale: il risultato è la nascita di un qualcosa di ibrido, uno strano essere che all'inizio crea paura ma al quale soprattutto Elsa si affeziona e tiene nascosto in laboratorio. Dren, così viene chiamato, cresce, palesando fattezze femminili e risultando difficilmente controllabile, al punto che i due decidono di portarla in una vecchia casa di campagna abbandonata della mamma di lei. Qui succede che Dren, ormai grande, manifesta pulsioni fisiche, alle quali Clive non resiste, fino ad avere un rapporto con lei, scoperto da Elsa. Le mutazioni di Dren però lo portano anche a cambiarsi in uomo, ed é in questo circostanza che anche Elsa cede alla sua presenza. Difficile da fermare, Dren provoca anche la morte del fratello di Clive, a sua volta scienziato nello stesso laboratorio. Tutto é ormai fuori controllo, e Clive resta vittima della furia dell'essere dotato anche di grandi ali. Elsa, incinta, riflette su cosa fare in futuro.

Valutazione Pastorale

Non si sa veramente da che parte affrontarlo, questo inguardabile pasticcio; una storia che con incrollabile pretenziosità e ostinato velleitarismo parte da argomenti seri, anzi serissimi (le nuove frontiere della genetica) e ben presto vira in una indefinibile accozzaglia di tematiche (crisi di coppia, sterilità, rapporti incestuosi, bisessualità, ermafroditismo...) capaci di comporre un kitsch di rara compattezza. Sparsi qua e là, spuntano accenni al rapporto tra etica e scienza, tra il confine lecito/illecito: passaggi utili solo a creare un invero molto amaro umorismo sulla prospettiva di una scienza cui tutto é permesso, fino a creare a piacimento nuovi esseri in laboratorio. L'incalzare di eventi pseudodrammatici supera ampiamente la misura del buon gusto, volendo fare spettacolo su temi etici molto grossi, trattati invece all'insegna di un dominante relativismo. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come sconsigliato, non utilizzabile e nell'insieme farneticante.

Utilizzazione

é da evitare sia in programmazione ordinaria che in altre occasioni. Oltre a quanto detto sopra, va aggiunto che il film risulta fuori fase sia sotto il profilo dell'intrattenimento sia sotto quello problematico: non appassiona narrativamente e non offre spunti di riflessione. Molta attenzione é da tenere per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.

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