Stringimi forte

Valutazione
Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Amore-Sentimenti, Dolore, Famiglia, Famiglia - fratelli sorelle, Famiglia - genitori figli, Matrimonio - coppia, Morte
Genere
Drammatico
Regia
Mathieu Amalric
Durata
97'
Anno di uscita
2022
Nazionalità
Francia
Titolo Originale
Hold Me Tight
Distribuzione
Movies Inspired
Soggetto e Sceneggiatura
Mathieu Amalric, liberamente tratto da una pièce teatrale di Claudine Galéa “Je reviens de loin”
Fotografia
Christophe Beaucarne
Montaggio
François Gédigier
Produzione
Laetitia Gonzalez, Yael Fogiel

Interpreti e ruoli

Vicky Krieps (Clarisse), Arieh Worthalter (Marc), Aurélia Petit (L'amica della stazione di servizio), Cuca Bañeres Flos (La cameriera dello chalet), Sacha Ardilly (Paul), Aurèle Grzesik (Paul adolescente), Anne-Sophie Bowen-Chatet (Lucie), Juliette Benveniste (Lucie adolescente)

Soggetto

Il sole non è ancora spuntato all’orizzonte e Clarisse gioca a Memory sul letto con alcune fotografie. Nel silenzio che avvolge la casa si alza e, dopo aver guardato i figli addormentati nella loro stanza, apre la porta di casa e se ne va…

Valutazione Pastorale

“Stringimi forte”, liberamente tratto da una pièce teatrale di Claudine Galéa “Je reviens de loin”, è diretto dal francese Mathieu Amalric, attore poliedrico con una solida carriera alle spalle – recentemente visto in “L’ufficiale e la spia” (2019) di Roman Polanski e “The French Dispatch” (2021) di Wes Anderson – passato altrettanto felicemente dietro alla macchina da presa per raccontare l’inspiegabile fuga di Clarisse, che, nell’incerta luce dell’alba parte, lasciando il marito Marc e figli Lucie e Paul addormentati e ignari. Clarisse guida e ricorda, parla con il marito e i figli, li immagina crescere e si domanda che cosa Marc dirà loro della sua fuga e per quanto tempo aspetteranno il suo ritorno prima di arrendersi alla realtà. Già, la realtà, ma quale? I dettagli si accumulano insieme alle contraddizioni, a piccole, impercettibili, discrepanze: forse Clarisse non è mai partita.
È difficile raccontare questo film di Mathieu Amalric senza rivelare il finale, verso cui il regista porta lo spettatore attraverso un percorso a dire il vero piuttosto contorto. Quasi un puzzle tridimensionale di cui spesso si fa fatica a trovare e inserire nel punto giusto i tasselli spazio-temporali. È un’onda che cresce, lentamente ma costantemente, uno tsunami di dolore che tutto travolge e che, quando si ritira, tutto riporta al punto di partenza e il film finisce là dov’era iniziato. A dare forza e intensità al racconto è indubbiamente la straordinaria protagonista, Vicky Krieps (“Il filo nascosto”, “Il giovane Karl Marx”, entrambi del 2017), sempre in scena, spesso in primo piano, ostinata, disperata, eppure indistruttibile. A ben vedere è lei il punto fermo del film: il suo viaggio, i suoi pensieri, i ricordi e i dialoghi con il marito (Arieh Worthalter), insieme agli oggetti, alla casa e alle note incessanti e sublimi di Chopin, Debussy, Ravel, Beethoven, Mozart e Rachmaninov.
Si riconosce dunque alla regia di Amalric un certo talento nel rendere la narrazione adeguatamente sfumata ed enigmatica, ma al contempo nel tratteggiare con estrema sensibilità la dimensione introspettiva e sensoriale della protagonista. Non volendo svelare la dinamica del racconto, possiamo affermare che “Stringimi forte” trova dei punti di tangenza, almeno in chiave stilistica, con il dramma psicologico “The Father. Nulla è come sembra” (“The Father”, 2020) di Florian Zeller, autore quest’ultimo che è riuscito a entrare con grande realismo nelle stanze della mente del protagonista, come in uno sguardo in soggettiva, denso di sconforto e smarrimento. Dal punto di vista pastorale “Stringimi forte” è consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, suggerito maggiormente per un pubblico adulto data la complessità tematica e stilistica della narrazione.

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