Orig.: Stati Uniti (2007) - Sogg. e scenegg.: Alex Gibney - Fotogr.(Panoramica/a colori): Maryse Alberti, Greg Andracke - Mus.: Ivor Guest, Robert Logan - Montagg.: Sloane Klevin - Dur.: 106' - Produz.: Alex Gibney, Eva Orner, Susannah Shipman.
Soggetto
Prendendo spunto dall'inchiesta giornalistica di Tim Golden del New York Times sulla misteriosa morte di Dilawar, giovane taxista afgano, nella prigione americana di Bagram (2002), l'autore avvia un'inchiesta sulle similari carceri in Afganistan e Iraq, sui soprusi subiti da presunti terroristi arabi. Da li si prende in esame quello che é successo a Guantanamo, e si avvia una discorso più ampio sui metodi di interrogatorio della CIA negli anni '50, '60, '70.
Valutazione Pastorale
Se guardiamo ai motivi di fondo che lo ispirano, questo lavoro é non solo utile ma necessario. Si tratta di affrontare a viso aperto lo scottante tema della 'difesa' dal terrorismo. Dopo l'11 settembre 2001, gli Stati Uniti hanno dato il via a normative più rigide, a metodi di interrogatorio più duri, dei quali poco si sapeva. Così l'iniziale obiettivo di difendersi dai nemici esterni ha finito per sfociare in una aggressività che ha scavalcato i termini del rispetto dell'altro e della dignità della persona, sia pure prigioniero. Gibney ricostruisce tutto con l'aiuto di soldati, ufficiali, esperti, persone più o meno coinvolte. Girando troppo su se stesso, non evita il rischio consueto di questo tipo di lavori: l'insistenza diventa alla fine stancante, e il montaggio opera quella capacità di pressione che quasi toglie respiro alla verità. Tuttavia il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film si indirizza per una programmazione molto specifica, magari alla presenza di varie voci di commento per meglio integrare quello che si vede. Va ricordato che ha vinto il Premio Oscar 2008 quale miglior documentario.