Orig.: Italia (2001) - Sogg. e scenegg.: Giorgio Serafini - Fotogr.(Panoramica/a colori): Adolfo Troiani - Mus.: Carlo Siliotto - Montagg.: Rinaldo Marsili - Dur.: 96' - Produz.: Alessandro Verdecchi per Orango Film.
Interpreti e ruoli
Luca Zingaretti (Luigi Manin), Roy Scheider (col. John Gartner), Vincent Riotta (Giovanni Meldolesi), Sue Cremin (Betty), Charles Faty . (Luca Moreni)
Soggetto
Sei mesi dopo la fine della seconda guerra mondiale, i soldati italiani inviati negli Stati Uniti sono tenuti in un campo di prigionia: o accettano la resa dell'esercito italiano o vengono considerati nemici di guerra e come tali tenuti in detenzione. Tentativi di fuga e di rivolta vengono sedati, il colonnello Gartner mostra ad ufficiali alcune foto di orrori commessi da italiani, ma non tutti ci credono. Al secondo tentativo il soldato Luigi Manin riesce a fuggire. Arriva il momento in cui l'amministrazione americana decide la chiusura di quel campo. Quando vi torna Luigi, tutto è deserto. Vi capita anche il colonnello Gartner, e i due in un primo tempo sembrano volersi spiegare. Poi la rivalità torna a prevalere. L'ufficiale e il soldato si affrontano da nemici in uno scenario di abbandono, e in un clima di vendetta. Alla fine Luigi obbliga il colonnello a firmare la sua colpevolezza come comandante del campo. Arriva una mandria di cavalli, Luigi salta su uno di questi e scappa. Il colonnello resta solo e ferito. Poco dopo muore.
Valutazione Pastorale
Lo spunto è offerto da fatti tanto autentici quanto generalmente sconosciuti. Si parla infatti di cosa successe dopo l'8 settembre 1943 a quei soldati italiani di stanza negli Stati Uniti: esortati a prendere atto delle sconfitta, potevano essere liberi, in caso contrario venivano considerati prigionieri di guerra. Dubbi, difficoltà, incertezze, rabbia e orgoglio che vivevano quei soldati sono esemplificati nella vicenda di uno di loro e nel suo contrasto con una figura dalla parte opposta. In effetti la storia si riduce ad uno scontro a due, con prevedibile contorno di rinfacciamenti vendette, ripicche. L'interesse per la proposta di una pagina di storia recente ignota ai più dura però ben poco: l'insipienza della regia ne annulla ogni possibile effetto. Ritmi blandi, dialoghi modesti, drammaturgia approssimativa, interpretazione al limite del risibile. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come inconsistente, e generalmente superficiale.
UTILIZZAZIONE: più che in programmazione ordinaria, il film può essere utilizzato nell'ambito dell'argomento 'Seconda guerra mondiale',come inizio di riflessione su un aspetto per molti nuovo. Superficiale è la realizzazione, non l'argomento che tratta.