Orig.: Stati Uniti (2011) - Sogg.: James Solomon & Gregory Bernestein - Scenegg.: James Solomon - Fotogr.(Scope/a colori): Newton Thomas Sigel - Mus.: Mark Isham - Montagg.: Craig McKay - Dur.: 110' - Produz.: Robert Redford, Greg Shapiro, Bill Holderman, Brian Falk, Robert Stone.
Interpreti e ruoli
James Mcavoy (Frederick Aiken), Robin Wright (Maru Surrat), Kevin Kline (Edwin M. Stanton), Evan Rachel Wood ; Tom Wilkinson (Anna Surrat), Alexis Bledel (Reverdy Johnson), Danny Huston (Sarah), Justin Long (Joseph Holt), Colm Meany (Nicholas Baker), James Badge Dale (gen. David Hunter), Johnny Simmons (William Hamilton), Toby Kebbell (John Surrat), Jonathan Groff ; Stephen Root . (John Wilkes Booth)
Soggetto
Washington, 1865. In seguito all'assassinio di Abramo Lincoln, sette uomini e una donna vengono arrestati con l'accusa di aver cospirato per uccidere il Presidente, il Vice Presidente e il Segretario di Stato. La donna accusata, Mary Surrat, è la proprietaria della pensione dove John Wilkes Booth e gli altri si riunivano per pianificare l'assassinio. Frederick Aiken, valoroso soldato ora avvocato, accetta, pur controvoglia, di difendere Mary davanti ad un tribunale militare. Durante il processo, Aiken si convince dell'innocenza della donna ma deve affrontare una giuria che ha bisogno di un capro espiatorio. Salvare Mary è praticamente impossibile...
Valutazione Pastorale
Robert Redford, per anni grande divo hollywoodiano, a partire dal 1981 anche regista con "Gente comune", ha preso in mano una sceneggiatura già scritta. E' interessante sapere che l'autore, James Solomon, ha cominiciato a lavorarci nel 1993. "Quando parlavo del mio progettO -ricorda- tutti restavano sorpresi dal fatto che l'assassinio di Lincoln fosse all'interno di una cospirazione più grande, e che fu un tribunale militare a giudicare gli assassini, tra cui una donna. La storia è affascinante, dicevano, ma che relazione c'è con il presente? Dopo l'11 settembre non me lo hanno più detto". Sul copione scritto anche consultando le trascrizioni delle udienze del processo, Redford ha lavorato, seguendo le regole del 'legal thriller' o 'dramma processuale', genere tra i maggiori del cinema americano, nobilitato da quel tono liberal, con intenti etici, che rimanda a titoli quali "La parola ai giurati" di Sidney Lumet (1957). Ispirato e convincente, l'attore-regista firma una regia pulita, tesa, asciutta, arricchita da cromatismi funzionali e mai formali. Un bel film, al quale si farebbe grande torto, se lo si prendesse a pretesto per accostarlo alla realtà italiana. Tra l'Europa e gli Stati Uniti c'è un oceano in mezzo. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, e senz'altro problematico.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, e in successive occasione come esempio molto riuscito nell'ambito del rapporto cinema/storia.