Orig.: Germania (2000) - Sogg.: tratto dal romanzo "Black Box" di Mario Giordano - Scenegg.: Don Bohlinger, Christopher Darnstadt, Mario Giordano, Oliver Hirschbiegel - Fotogr.(Panoramica/a colori): Rainer Klausmann - Mus.: Alexander Bubenheim - Montagg.: Hans Funck - Dur.: 112' - Produz.: Norbert Preuss, Marc Conrad, Friedrich Wildfeuer.
Interpreti e ruoli
Moritz Bleibtreu (Tarek Fahd), Christian Berkel ( n°77), Oliver Stokowski (Steinhoff), Stephan Szasz ( n°38), Wotan Wilke Mohrig (Schutte), Polat Dal ( n°82), Danny Richter (n°53), Markus Rudolf (Joe), Edgar Selge ( n°69), Andrea Sawatzki . (n°40), (n°21), (n°74), (prof. Klaus Thon), (dott.ssa Jutta Grimm)
Soggetto
Selezionato da alcuni professori e ricercatori universitari, un gruppo di una ventina di volontari si appresta a partecipare ad una ricerca sulla violenza e sull'aggressività. Dodici ricoprono il ruolo di prigionieri, otto quello di guardie: tutti vivono in un carcere appositamente costruito. Tra i reclusi c'é Tarek, ex giornalista, il quale pensa (e spera) di poter fare qualche scoop e si installa addosso una microtelecamera per fare qualche ripresa. Passano pochi giorni e il rapporto tra guardie e carcerati diventa oltremodo difficile. Ogni tentativo di ribellione viene ferocemente represso e punito. Le guardie adottano i sistemi duri, e altrettanto fanno quelli reclusi. Anche una dottoressa viene imprigionata e umiliata. I due gruppi opposti si affrontano in una eliminazione progressiva che finisce solo con l'arrivo della polizia che procede ad arrestare i superstiti. Tarek, incontrata per caso una ragazza, si salva e con lei corre sulla spiaggia.
Valutazione Pastorale
Non mancano certo, nel racconto, esagerazioni ed eccessi, anche sul piano visivo. Ma risultano interessanti a costruire una riflessione sulla degenerazione dei comportamenti in certe situazioni. L'unità di spazio e il tono claustrofobico fanno emergere le modalità attraverso le quali negli individui si scatena una aggressività già latente. Nella rappresentazione quindi prevale il senso della denuncia, in primo luogo del potere: cos'é il potere quando diventa dominio? e il potere della scienza, del denaro, della politica? Il potere spesso si esercita senza esserne preparati. Tutti sono inadeguati, tutti sono messi in discussione, purché alla fine la spirale si interrompa e prevalga il rispetto per l'individuo. Collocato nella storia e nella cultura tedesca, il film é tragica sintesi del sadismo che porta alla dittatura, dice che la simulazione di violenza é già violenza e che una scommessa può diventare un dramma. Non sempre ben controllato e con qualche sospetto di concessioni alle esigenze commerciali, il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come discutibile, problematico e adatto a dibattiti. UTILIZZAZIONE: più che in programmazione ordinaria, il film si rivolge ad un pubblico adulto, come avvio alla riflessione sui temi importanti sopra indicati (potere, violenza, aggressività...).