THE EYE 2

Valutazione
Discutibile, ambiguità
Tematica
Donna, Psicologia, Tematiche religiose
Genere
Drammatico
Regia
Oxide e Danny Pang (Pang brothers)
Durata
98'
Anno di uscita
2005
Nazionalità
Hong Kong, Thailandia
Titolo Originale
Jan Gui 2
Distribuzione
Eagle Pictures
Musiche
.....
Montaggio
Pang brothers

Orig.: Hong Kong/Thailandia (2004) - Sogg. e scenegg.: Lawrence Cheng, Jojo Hui - Fotogr.(Panoramica/a colori): Decha Srimantra - Mus.: ..... - Montagg.: Pang brothers - Dur.: 98' - Produz.: Applause Pictures, Raintree Pictures.

Interpreti e ruoli

Shu Qi (Joey Cheng), Eugenia Yuan (Yuen Chi-Kei), Jesdapor Pholdee (Sam), Philip Kwok (monaco), Rayson Tan (ginecologo), May Phua (poliziotta), Alan Tern . (poliziotto)

Soggetto

A Hong Kong Joey, dopo avere rotto la relazione con Sam, tenta il suicidio con una overdose di tranquillanti. Salvata, si accorge di essere incinta e, poco dopo, comincia a vedere intorno a sé spiriti r fantasmi: le le sembra che siano attratti dai bambini delle donne incinta e lei stessa comincia ad essere seguita dallo spirito di una donna che si è uccisa buttandosi sotto un treno in corsa. Un monaco buddista le rivela che si tratta di anime defunte che aspettano di reincarnarsi nei bambini che stanno per nascere. Allora Joey indaga sull'identità dell'anima che la segue e scopre che si tratta della moglie di Sam, suicidatasi dopo aver scoperto la loro relazione. Sconvolta, Joey tenta il suicidio per evitare che la donna si reincarni nel futuro figlio, ma dopo due fallimenti accetta l'ineluttabile e accoglie la neonata appena partorita.

Valutazione Pastorale

Questo seguito di "The eye" (cfr.) si caratterizza per affidarsi poco a momenti tipicamente horror (tra sangue e grand guignol, come magari ci si aspetterebbe) e più a toni drammatico-psicanalitici. Si parla infatti dei traumi dovuti alla fine si storie sentimentali, alla scoperta di tradimenti, all'incertezza sul futuro. Traumi che ricadono sul momento centrale del parto, della vita che nasce e quindi finiscono col toccare il rapporto morte/vita, felicità/infelicità, razionalità/incubo. Temi grossi che il racconto affastella con molta confusione, mescolando filosofie spicciole con la presenza del buddismo, laddove dice: il desiderio allontana la felicità. Una filosofia anche questa, molto semplificata, molto sbrigativa. Quello che poteva essere un forte dramma d'amore sfocia in teorie sulla reincarnazione ripetute e ribadite più volte. A prevalere resta la confezione visiva, professionale certo ma ormai quasi sempre la stessa nei molti titoli che arrivano dal Sud Est asiatico. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come discutibile per le ambiguità psicologiche e culturali che lo caratterizzano. UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria con molta attenzione per la presenza di persone facilmente impressionabili. Stessa cura é da tenere per i minori in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.

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