THE FAST AND THE FURIOUS: TOKYO DRIFT

Valutazione
Inconsistente, insulso
Tematica
Giovani
Genere
Avventuroso
Regia
Justin Lin
Durata
104'
Anno di uscita
2006
Nazionalità
Stati Uniti
Distribuzione
United Internationa Pictures
Soggetto e Sceneggiatura
Chris Morgan, Kario Salem, Alfredo Botello Chris Morgan
Musiche
Brian Tyler
Montaggio
Dallas Puett, Fred Raskin

Orig.: Stati Uniti (2006) - Sogg.: Chris Morgan - Scenegg.: Chris Morgan, Kario Salem, Alfredo Botello - Fotogr.(Scope/a colori): Stephen F. Windon - Mus.: Brian Tyler - Montagg.: Dallas Puett, Fred Raskin - Dur.: 104' - Produz.: Neal H. Moritz, Amanda Cohen, Clayton Townsend.

Interpreti e ruoli

Lucas Black (Shawn Boswell), Nathalie Kelley (Mira), Brian Tee (D.K.), Bow Wow (Twinkie), Sonny Chiba (lo zio yakuza), Zachery Ty Bryan (Clay), Caroline de Souza Correa (Isabella), Toshi Hayama, Vin Diesel

Soggetto

Il giovane Shaun combina un sacco di guai con le corse clandestine di auto veloci. Dopo l'ennesimo arresto, per evitare la galera, la polizia consiglia la mammma di fargli cambiare aria e di spedirlo a Tokyo, dove vive il padre. Ma nella capitale giapponese, dopo pochi giorni, Shaun conosce un ragazzo americano di colore che lo fa entrare nel giro delle similari corse nipponiche. Qui c'è la specialità del 'drifting', un modo particolare di prendere le curve, con acceleratore giù e freno a mano tirato. Shaun entra subito in urto con D.K., capo degli organizzatori, per aver simpatizzato con la sua ragazza Mira. Ma D.K. a sua volta deve rendere conto a suo zio, boss della yakuza, il quale non gli perdona alcuni ammanchi amministrativi. Grande rivalità e grande sfida conclusiva, che Shaun vince tra l'entusiasmo dei nuovi amici. Ai box però l'aspetta un nuovo/vecchio rivale: Vin Disel in persona.

Valutazione Pastorale

Mancano le parole per commentare l'encefalogramma piatto di questo terzo appuntamento con i fanatici delle corse automobilistiche clandestine. Qualunque osservazione finisce con lo scontrarsi con il grado zero di tutto il racconto. Rivalità, sfide, rivincite, genitori, motori, sentimenti: ogni particolare è detto con il tono del peggior feuilleton, gli effetti speciali annaspano nella melma dell'inutilità, i dialoghi sono da dimenticare. Rispetto poi al 'pericolo' rappresentato dai giochi ad alta velocità, basta dire che alla fine arriva una didascalia che si conclude così: "...I numeri acrobatici eseguiti non devono essere imitati". E con ciò anche la coscienza é salva. Ma siamo veramente dalle parti di un cinema asfittico e ansimante, di compatta, solida stupidità. Dal punto di vista pastorale, la valutazione opportuna é quella di inconsistente, e insulso. A sottolinearne la vuotaggine senza fine.

Utilizzazione

Certo il film, volendo, può anche essere utilizzato. Ma pensandoci un po' sopra, si può anche evitare. Senza perdere niente.

Le altre valutazioni

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