The Gray Man

Valutazione
Complesso, Problematico
Tematica
Carcere, Denaro, Donna, Famiglia, Giallo - Triller, Giustizia, Letteratura, Media, Nuove tecnologie, Politica-Società, Potere, Spy-story, Violenza
Genere
Azione, Giallo, Spy story, Thriller
Regia
Anthony e Joe Russo
Durata
122'
Anno di uscita
2022
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
The Gray Man
Distribuzione
Netflix, Lucky Red
Soggetto e Sceneggiatura
Dal romanzo di Mark Greaney, la sceneggiatura è firmata da Joe Russo, Christopher Markus, Stephen McFeely
Fotografia
Stephen F. Windon
Musiche
Henry Jackman
Montaggio
Jeff Groth
Produzione
Anthony Russo e Joe Russo, Joe Roth, Jeff Kirschenbaum, Mike Larocca, Chris Castaldi, Palak Patel, Jake Aust, Geoffrey Haley, Christopher Markus, Stephen McFeely, Patrick Newall, Zacck Roth, Angela Russo-Otstot. Casa di produzione: AGBO, Roth/Kirschenbaum Films, Netflix

Il film è in distribuzione sulla piattaforma Netflix

Interpreti e ruoli

Ryan Gosling (Sierra Six), Chris Evans (Lloyd Hansen), Ana de Armas (Dani Miranda), Regé-Jean Page (Denny Carmichael), Jessica Henwick (Suzanne Brewer), Billy Bob Thornton (Donald Fitzroy), Julia Butters (Claire Fitzroy), Alfre Woodard (Margaret Cahill)

Soggetto

Sierra Six è un mercenario al servizio della CIA, recuperato da un penitenziario con un progetto di commutazione di pena e addestrato dall’agente Donald Fitzroy. In una missione in Thailandia scopre dei segreti sui vertici della CIA, in particolare su Carmichael, il quale non perde tempo a metterlo nel mirino dello spietato e folle killer Lloyd Hansen. Accanto a Sierra Six si schiera l’agente Dani Miranda.

Valutazione Pastorale

All’origine c’è un romanzo, anzi una serie letteraria, firmata dallo scrittore statunitense Mark Greaney, autore già cult perché accanto a Tom Clancy nel ciclo su Jack Ryan. Ora finalmente “The Gay Man” arriva sullo schermo grazie a Netflix e al coinvolgimento dei fratelli Anthony e Joe Russo, che curano oltre alla regia la produzione e la sceneggiatura (Joe insieme a Christopher Markus e Stephen McFeely). I “Russo Brothers” sono reduci dal successo planetario dei capitoli finali degli “Avengers” (basta ricordare che “Endgame” ha incassato quasi 3miliari di dollari, fermandosi a un passo dal record di “Avatar”) ma anche dal ciclo dedicato a “Captain America” (“Winter Soldier” del 2014 e “Civil War” del 2016). Insomma un atteso ritorno e al contempo un banco di prova perché lontani dal Marvel Cinematic Universe. A ben vedere, però, in casa Netflix con “The Grey Man” non si sono discostati molto dal quel sentiero: è vero, siamo fuori dal fantastico, ma la carica di azione, combattimenti, adrenalina e scene spettacolari viaggia nella medesima direzione. La storia. Sierra Six (Ryan Gosling) è un mercenario al servizio della CIA, recuperato da un penitenziario con un progetto di commutazione di pena e addestrato dall’agente Donald Fitzroy (Billy Bob Thornton). In una missione in Thailandia scopre dei segreti sui vertici della CIA, in particolare su Carmichael (Regé-Jean Page), il quale non perde tempo a metterlo nel mirino dello spietato e folle killer Lloyd Hansen (Chris Evans). Accanto a Sierra Six si schiera l’agente Dani Miranda (Ana de Armas). Un set imponente che ha abbracciato ben 7 città e Paesi, da Los Angeles alla Thailandia, da Vienna a Praga, passando poi per Croazia e Azerbaijan, fino al cuore della Francia. Una caccia all’uomo spettacolare, adrenalinica, vigorosa e fracassona. I fratelli Russo incassano il via libera da Netflix per un progetto ad altissimo budget, non badando a spese a favore della spettacolarizzazione. Insomma gli ingredienti sembrano esserci tutti, dalla regia collaudata alla messa in scena mozzafiato, senza dimenticare il cast all star che riporta accanto ai Russo l’amico di vecchia data Chris Evans (Mr. Captain America), il consolidato divo Ryan Gosling e la star di “Bridgerton” in cerca di nuove sfide Regé-Jean Page. Buone, dunque, anzi ottime le intenzioni, meno il risultato: il film è indubbiamente riuscito sotto il profilo del ritmo e dell’azione, che tengono agganciati lo spettatore per oltre 120’, ma il racconto appare forzato, confuso e soprattutto appesantito da un esibizionismo produttivo esasperante (si veda l’inutile e insistito combattimento a Praga!). “The Gray Man” sconta il peso dell’ambizione, e pertanto appare uno spettacolo fuori controllo, mettendosi al seguito del modello di James Bond di matrice Daniel Craig… Ma si sa, di Bond ne esiste solo uno. Il resto non tiene il passo. Peccato. Complesso, problematico e indicato per un pubblico adulto o adolescenti accompagnati.

Utilizzazione

Adatto per la programmazione ordinaria, il film indicato per un pubblico adulto o adolescenti accompagnati.

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