The Holdovers. Lezioni di vita

Valutazione
Consigliabile, poetico, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Alcolismo, Amicizia, Amore-Sentimenti, Dialogo, Dolore, Donna, Educazione, Famiglia, Famiglia - genitori figli, Giovani, Letteratura, Malattia, Metafore del nostro tempo, Morte, Politica-Società, Psicologia, Scuola
Genere
Commedia, Drammatico
Regia
Alexander Payne
Durata
133'
Anno di uscita
2024
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
The Holdovers
Distribuzione
Universal Pictures
Soggetto e Sceneggiatura
David Hemingson
Fotografia
Eigil Bryld
Musiche
Mark Orton
Montaggio
Kevin Tent
Produzione
David Hemingson, Bill Block, Mark Johnson, Andrew Golov, Tom Williams, Thomas Zadra. Casa di produzione: CAA Media Finance, Miramax, Gran Via.

Candidato ai Golden Globe ed. 81 (2024) con tre nomination tra cui miglior film commedia-musical

Interpreti e ruoli

Paul Giamatti (Paul Hunham), Da'Vine Joy Randolph (Mary Lamb), Dominic Sessa (Angus Tully), Carrie Preston (Lydia Crane), Stephen Thorne (Thomas Tully), Gillian Vigman (Judy Clotfelter), Tate Donovan (Stanley Clotfelter)

Soggetto

New England 1970, Natale. Nel prestigioso collegio maschile Barton Academy gli studenti si preparano a raggiungere i propri genitori per le vacanze. Non tutti però. A rimanere indietro è Angus Tully, che la madre preferisce lasciare alla Barton per potersi regalare finalmente la luna di miele con il nuovo marito. Angus è seccato, scontroso e arrabbiato, soprattutto perché deve trascorrere i giorni di festa con il prof. Paul Hunham, docente di Storia antica costretto a presidiare la struttura. Insieme a loro c’è anche la capo cuoca Mary Lamb, bloccata in un bruciante dolore per la perdita del figlio ventenne in Vietnam…

Valutazione Pastorale

Nel 2023 torna Alexander Payne, regista-sceneggiatore statunitense classe 1961 vincitore di due Premi Oscar per i copioni dei suoi film “Sideways” (2004) e “Paradiso amaro” (“The Descendants”, 2011). A sei anni di distanza dal suo ultimo titolo, “Downsizing” (2017), Payne firma un film potente, ruvido e toccante. È “The Holdovers. Lezioni di vita”, candidato ai Golden Globe come miglior film nella categoria commedia e musical, ma anche per l’attore protagonista Paul Giamatti e l’attrice non protagonista Da’Vine Joy Randolph. La storia. New England 1970, Natale. Nel prestigioso collegio maschile Barton Academy gli studenti si preparano a raggiungere i propri genitori per le vacanze. Non tutti però. A rimanere indietro è Angus Tully, che la madre preferisce lasciare alla Barton per potersi regalare finalmente la luna di miele con il nuovo marito. Angus è seccato, scontroso e arrabbiato, soprattutto perché deve trascorrere i giorni di festa con il prof. Paul Hunham, docente di Storia antica costretto a presidiare la struttura. Insieme a loro c’è anche la capo cuoca Mary Lamb, bloccata in un bruciante dolore per la perdita del figlio ventenne in Vietnam… Con “The Holdovers” Payne firma il suo personale racconto di formazione sul binario de “L’attimo fuggente” (“Dead Poets Society”,1989), anche se taglio e tono narrativo sono chiaramente diversi, quasi capovolti. Il film di Peter Weir aveva un tono drammatico-lirico, un viaggio esistenziale verso l’età adulta in presenza di un professore atipico, trascinante, John Keating – l’indimenticato Robin Williams –, che invitava alla rivoluzione gentile dell’animo con i versi delle poesie di Walt Whitman (“O Captain! My Captain!”). In “The Holdovers” Payne tratteggia la condizione di tre solitudini: un professore “bollito”, un ragazzo alla deriva e una cuoca in lutto. In particolare, Paul Giamatti cesella il personaggio del prof. Hunham quasi nella stessa traiettoria del prof. Keating, ma sovvertendone lo stile: via il fascino e il trasporto, calcando invece la mano sul lato goffo e ammaccato di un docente schiavo della bottiglia. Quando si trova però davanti a un giovane abbandonato dai suoi cari, prigioniero del suo dolore esistenziale, il prof. Hunham ha un moto di ribellione: desidera per una volta fare la cosa giusta, assolvere davvero al suo compito di educatore. Hunham vuole salvare Angus da un destino di miseria e solitudine. Il docente fa di tutto perché il ragazzo creda in se stesso, nelle sue capacità brillanti, e (ri)trovi lo slancio per sperare in un futuro di possibilità. E proprio qui l’opera di Payne riesce a dare il meglio di sé, componendo un racconto intessuto di solidarietà e tenerezza, di grande intensità e con chiare striature poetiche. Certo, ammantato anche da una carica ironica e sarcastica, al limite dell’irriverenza, con battute fulminanti. “The Holdovers” è un’opera scritta e diretta magnificamente da Alexander Payne, un racconto dalla cornice tipicamente americana acuto e stratificato, esaltato al meglio da una recitazione incisiva e convincente, in testa di Paul Giamatti ma anche dai comprimari Da’Vine Joy Randolph e l’esordiente Dominic Sessa. Consigliabile, problematico-poetico, per dibattiti.

Utilizzazione

Adatto per la programmazione ordinaria e per successive occasioni di dibattito. Indicato per un pubblico adulto e per adolescenti accompagnati, per una corretta gestione dei temi e del linguaggio in campo.

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