The Land of Dreams

Valutazione
Consigliabile, Semplice, Adatto per dibattiti
Tematica
Amicizia, Amore-Sentimenti, Denaro, Disabilità, Dolore, Donna, Emigrazione, Famiglia, Famiglia - fratelli sorelle, Famiglia - genitori figli, Guerra, Lavoro, Malattia, Politica-Società, Potere
Genere
Musical
Regia
Nicola Abbatangelo
Durata
110'
Anno di uscita
2022
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
Tha Land of Dreams
Distribuzione
01 Distribution
Soggetto e Sceneggiatura
Nicola Abbatangelo, Davide Orsini
Fotografia
Mirco Sgarzi (a.i.c. - Imago)
Montaggio
Luigi Mearelli
Produzione
Lotus Production con Rai Cinema in associazione con 3 Marys Entertainment

Interpreti e ruoli

Caterina Shulha (Eva), George Blagden (Armie), Kevin Guthrie (Owen), Paolo Calabresi (Vincent), Marina Rocco (Terry), Ryan Reid (Ricky), Nathan Amzi (Chef Philippe), Stefano Fresi (Carl), Edoardo Pesce (Clemente), Carla Signoris (Claire)

Soggetto

New York 1922. Eva è un’immigrata italiana che lavora come lavapiatti nel ristorante Choo Choo Train, dove, la sera, si esibiscono artisti in cerca di fortuna. Armie è un reduce della Grande guerra, eccellente pianista, che vive con il fratello in un palazzo semidiroccato. Quando Eva vi entra, credendolo disabitato, per i due giovani tutto cambia….

Valutazione Pastorale

Nicola Abbatangelo – dopo “Beatuy” (2018), un musical di 30’ girato in presa diretta e con canzoni cantate dal vivo – si cimenta ancora con il genere, stavolta con un lungometraggio, “The Land of Dreams”: una favola romantica, sospesa tra realtà e sogno, ambientata nella terra dove ogni futuro sembra possibile, soprattutto dopo gli anni terribili della Grande guerra. La storia. New York, 1922. Eva (Caterina Shulha) è una giovane immigrata italiana, che lavora come lavapiatti nel ristorante Choo Choo Train, dove, la sera, si esibiscono artisti in cerca di fortuna. Anche lei custodisce un sogno: diventare una cantante. Una sera si rifugia in un palazzo misterioso e, apparentemente, in disarmo credendolo disabitato, qui incontra Armie (George Bagden), un talentuoso pianista, reduce dalla Grande guerra, che vive lì con il fratello, anche lui ex combattente, che porta sul corpo i segni indelebili del conflitto. Armie, però, ha un dono: può viaggiare nei sogni delle persone e così, quando scopre quello di Eva, cercherà di aiutarla a realizzarlo. Ma qual è il sogno che il giovane musicista custodisce nel suo cuore? Quale il segreto che nasconde gelosamente? Attraversando non poche peripezie, tra dolorose rinunce e colpi di scena i due giovani troveranno, insieme, la possibilità di costruirsi un futuro migliore. Bisogna dire subito che il cinema italiano non ha una tradizione nel genere musical, solido appannaggio, invece, della filmografia d’Oltreoceano, che può vantare capolavori quali “Il mago di Oz” (1939), “Un americano a Parigi” (1951), “West Side Story” (1961), “The Blues brothers” (1980) e “La La Land” (2016), tanto per citare qualche titolo di una produzione ricchissima. Vanno, quindi, riconosciuti a Nicola Abbatangelo un grande coraggio e una certa dose d’incoscienza: il confronto con personaggi, canzoni e coreografie che fanno ormai parte del nostro immaginario collettivo è inevitabile, il risultato non sempre a favore. Il giovane regista, classe 1988, ci propone un racconto delicato, dove a funzionare sono soprattutto le coreografie, vorticose e coloratissime, ma che ha le sue debolezze nei momenti di transizione dal cantato al parlato e, soprattutto, nella caratterizzazione dei personaggi, un po’ superficiali, senza evoluzione, come intrappolati in una storia tutto sommato abbastanza prevedibile. Peccato, perché gli attori sono tutti validissimi, ma non possono dare ai personaggi ciò che nella scrittura non c’è. Nel cast figurano molti italiani, ricordiamo tra gli altri: Stefano Fresi (Carl, il burbero proprietario del Choo Choo Train), Edoardo Pesce (l’ambizioso e privo di scrupoli macellaio Clemente), Paolo Calabresi (il suo scagnozzo Vincent). Quello che manca, poi, è “la canzone” il brano che si fa ricordare, che fa breccia nel cuore dello spettatore, capace di attraversare le generazioni rendendo eterna la storia. Ma Nicola Abatangelo ha talento e saprà certamente metterlo a frutto. Nel complesso “The Land of Dreams” è consigliabile, semplice, adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in molte altre occasioni. Adatto a un pubblico familiare.

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