THE LIBERTINE

Valutazione
Discutibile, scabrosità
Tematica
Alcolismo, Malattia, Male, Politica-Società, Sessualità, Storia, Teatro
Genere
Drammatico
Regia
Laurence Dunmore
Durata
110'
Anno di uscita
2006
Nazionalità
Gran Bretagna
Titolo Originale
The Libertine
Distribuzione
Mediafilm
Musiche
Michael Nyman
Montaggio
Jill Bilcock

Orig.: Gran Bretagna (2005) - Sogg. e scenegg.: Stephen Jeffreys dal proprio omonimo lavoro teatrale - Fotogr.(Scope a colori): Alexander Melman - Mus.: Michael Nyman - Montagg.: Jill Bilcock - Dur.: 110' - Produz.: Lianne Halfon, John Malkovich, Russell Smith - VIETATO AI MINORI DI 14 ANNI.

Interpreti e ruoli

Johnny Depp (John Wilmot), Samantha Morton ( conte di Rochester), John Malkovich (Elizabeth Barry), Rosamund Pike (Re Carlo II), Tom Hollander (Elizabeth Malet), Johnny Vegas (George Etherege), Kelly Reilly (Charles Sackville), Jack Davemport (Jane), Richard Coyle (Harris), Rupert Fried (Alcock), Laurence Spellman (Billy Downs), Maimie McCoy . (Peter Pauperton), (Agnes Jessop)

Soggetto

In Gran Bretagna nel secolo XVII John Wilmott, secondo conte di Rochester, si impone all'attenzione per il proprio tenore di vita, teso alla ricerca del piacere sessuale e alla provocazione dei comportamenti. Sposato con Elizabeth Male, é tuttavia più attratto dal teatro, che diventa ben presto l'unico mondo in cui si sente a proprio agio. Sul palcoscenico conosce l'attrice Elizabeth Barry, la impone nella compagnia, e vive con lei una intensa storia d'amore. Invitato a scrivere a sua volta, fa mettere in scena un testo incentrato solo su espressioni volgari che provoca il disgusto di Carlo II che lo fa bandire. Da una trasgressione all'altra, John infine cade malato. Prostrato dalla sifilide, trova tuttavia la forza per intervenire al Parlamento per contrastare con successo la proposta di legge tendente ad escludere il fratello del Re dalla succesione in quanto cattolico. Assistito da un pastore della chiesa anglicana, Wilmott muore all'età di 34 anni.

Valutazione Pastorale

C'è un testo teatrale, alla base di tutto, e non viene nascosto. Il protagonista parla verso la m.d.p. all'inizio e alla fine, rivolgendo allo spettatore la dichiarazione di sfida relativa alla sua 'impresentabilità': non voglio piacervi, dice. E in effetti potrebbe essere così, se certo non fosse in agguato la dialettica degli opposti. Wilmott non piace ma attira il suo essere costantemente 'contro', non piace ma lascia scie di fascino, ora poetico ora perverso. E tuttavia il copione teatrale, e qui quello cinematografico, non sono indulgenti con lui, non lo guardano con occhio benevole, non spezzano lance a suo favore. Anzi, i momenti della fine sono amari, tristi, dolorosi, non trascurando di evidenziare che gli atteggiamenti del giovane libertino a lungo andare si erano logorati, scadendo in stereotipi fini a se stessi. Insomma il ritratto appare tutt'altro che elogiativo. Certo si muove tra situazioni delicate, espressioni sopra le righe, immagini esibite. Ma la confezione realizzativa è notevole, e Johnny Depp si cala con convinzione nell'amara parabola di Wilmott. Per questi motivi, dal punto di vista pastorale, il film può essere valutato come discutibile, certo evidenziandone la diffuse scabrosità. UTILIZZAZIONE: sia in programmazone ordinaria che in altre occasioni, il film é da riservare ad un pubblico adulto e pronto a recepire il personaggio all'interno del quadro storico in cui si muove (c'è comunque il divieto ai minori di 14 anni). In prospettiva molta attenzione é da tenere per i minori in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.

Le altre valutazioni

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