Orig.: Stati Uniti (2005) - Sogg.: Lance Khazei basato sui caratteri Dark Horse Comics "The Mask" - Scenegg.: Lance Khazei - Fotogr. (Panoramica/a colori): Greg Gardiner - Mus.: Randy Edelman - Montagg.: Malcolm Campbell, Debra Neil Fischer - Dur.: 86' - Produz.: New Line Pictures, Radar Pictures Inc.
Interpreti e ruoli
Jamie Kennedy (Tim Avery), Alan Cumming (Loki), Ryan Falconer/Liam Falconer (Alvey Avery), Bob Hoskins (Odino), Traylor Howard (Tonya Avery), Ben Stein (dr. Neuman), Peter Fleet (Kemperbee), Kal Pen (Jorge), Magda Szubanski . (Betty), Victoria Thaine . (Sylvia)
Soggetto
Gli dei della mitologia nordica sono alla ricerca della maschera magica: Odino ordina al figlio Loki di ritrovarla al più presto affinché non cada di nuovo in mani sbagliate. Ma la maschera è finita in casa di Tim Avery, disegnatore di cartoni animati. Sposato con Tonya, che vorrebbe un figlio, Tim è riluttante perché non si sente realizzato sul lavoro. Quando ad una festa indossa casualmente la maschera, si trasforma in una persona brillante con poteri eccezionali. Dopo una notte d'amore, Tonya resta incinta. Così Tim ottiene la promozione e diventa padre. Il figlio Alvey, nato con i poteri della maschera, suscita l'invidia di Odino che impone a Loki di farlo sparire. Di lì a poco in casa Avery, complice il cagnolino di Tim, scoppia il finimondo. Tim entra in crisi e perde il lavoro. Quando Loki trova il piccolo Alvey e lo rapisce per chiedere come riscatto la maschera, Tim la indossa per prima e dopo un duro scontro sconfigge Loki. Solo però quando torna se stesso, Alvey lo riconosce e si riconcilia con lui. Odin è furioso con Loki, ma ora é Tim a convincerlo ad accettare il figlio così com'é. Alla fine Tim riottiene il posto e Tonya é in attesa di un secondo figlio.
Valutazione Pastorale
Il seguito di "The Mask" (cfr.) si propone senza Jim Carrey ma con una storia sfrenata e tutta di corsa. C'è una sorta di mirabilandia di effetti speciali a costellare una trama in vero esile e sbrigativa ma non del tutto approssimativa. Nelle pieghe dei giochi, dei trucchi, dei fuochi d'artificio scorre comunque l'avvertimento sull'importanza della paternità responsabile e dell'essere in primo luogo sinceri, del parlare a viso aperto, senza fare ricorso a maschere per nascondersi. Poca pedanteria in ogni caso e maggior spazio allo spettacolo sparato lungo una favola incentrata sull'iperbole e sulla commistione tra cinema, cartoni animati, videogame, playstation. Un film comunque piacevole che, dal punto di vista pastorale, é da valutare come accettabile e nell'insieme semplice. UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e recuperato come proposta anche per ragazzi.
